Page 18 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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quando ascolta il  Boccaccio, piange quando legge Umi-
                   Ma seppe sopportare la sua atroce esistenza, priva, alla
 liati e offesi. Piange con Meta von Salis, piange con Paul  Non scelse il suo destino, non lo determinò, vi si piegò.
 Deussen. Piange sempre. Su se stesso. Ed è piangendo  fine,  di  tutto  ciò  che  può  confortare  e  consolare  un
 che, alla vista di un cavallo maltrattato dal suo padrone,  uomo,  con  una  incredibile  capacità  di  accettazione,  di
 lo abbraccia, in un evidente processo di identificazione,  rinuncia, di sofferenza, senza opporre resistenza.
 ed entra definitivamente nella follia.
 Il pensatore che celebrò la guerra, quando gliene toc-
 cò una, brevissima, vissuta da infermiere, si fece venire
 subito la dissenteria.  1  L.  Andreas-Salomé,  Vita  di  Nietzsche,  Editori  Riuniti  1998,
 Il “transvalutatore di tutti i valori”, il dissacratore, il  pp. 55-56.
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 trasgressore “par excellence”, non violò mai nemmeno  3  F. Nietzsche, Ecce homo, cit., p. 375.
                       Id.,  Il crepuscolo degli idoli, Adelphi 1970, p. 79.
 un regolamento municipale. Il critico feroce della bor-
 ghesia tenne sempre, anche quando aveva ormai perso
 quasi  ogni  contatto  col  proprio  ambiente,  al  decoro
 borghese. Il “decisionista” era un inveterato cacadubbi
 che si fece sempre governare dagli avvenimenti e non li
 dominò mai. Lo spregiatore delle femmine fu debolissi-
 mo con le donne.
 Colui che prese partito contro tutto ciò che è «mala-
 to, malriuscito, sofferente-di-sé» fu malato, malriuscito,
 sofferente di sé. Esaltò gli istinti e visse solo col cervello.
 Esaltò il sesso e fu asessuato. Esaltò il corpo e non ebbe
 corpo. Esaltò la vita e non ebbe vita.
 In fondo per sapere chi fosse l’uomo Nietzsche baste-
 rebbe leggere in controluce la sua opera: è tutto il con-
 trario di ciò che scrive, di quello che vorrebbe essere e
 non è. Ma proprio qui, in queste contraddizioni estre-
 me,  di  cui  Nietzsche  è  perfettamente  consapevole,  co-
 m’è conscio del fatto che possono costituire una risorsa
 («Si è fecondi soltanto al prezzo di essere ricchi di con-
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 trasti» ), sta l’origine della sua grandezza di critico, di
 psicologo, di filosofo, di sensibilissimo sismografo della
 crisi.  È  dalle  sue  profonde  fragilità  e  debolezze  che
 Nietzsche trae il materiale per le proprie analisi e riesce
 a dare a un’esperienza personalissima significati e valori
 universali.
 In una cosa però Nietzsche fu nicciano: nell’amor fati.




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