Page 96 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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La «ragione» nella filosofia
1.
Mi chiedete tutto quel che è idiosincrasia nei filosofi... Per esempio la loro mancanza di
senso storico, il loro odio per l'idea stessa del divenire, il loro egizianesimo. Credono di
rendere onore a una cosa destoricizzandola, sub specie aeterni, - facendo di essa una
mummia. Tutto quello che i filosofi hanno avuto tra le mani per millenni, erano mummie di
concetti; nulla di reale uscì vivo dalle loro mani. Questi signori idolatri del concetto, quando
adorano, uccidono, imbalsamano - diventano un pericolo mortale per ogni cosa, quando
adorano. La morte, il mutamento, la vecchiaia, così come la procreazione e la crescita, per
loro sono obiezioni - addirittura confutazioni. Ciò che è, non diviene; ciò che diviene, non è...
allora credono tutti, addirittura con disperazione, a ciò che è. Ma giacché non arrivano a
possederlo, cercano le ragioni per cui ne vengono privati. «Dev'esserci una finzione, un
inganno, nel fatto che non percepiamo ciò che è; dove si nasconde l'ingannatore?» - «Lo
abbiamo», gridano beati, «è la sensibilità! Questi sensi, per altro sempre così immorali, ci
ingannano sul vero mondo. Morale: liberarsi dall'inganno dei sensi, dal divenire, dalla storia,
dalla menzogna, - la storia non è altro che fede nei sensi, fede nella menzogna. Morale: dire no
a tutto ciò che presta fede ai sensi, a tutto il resto dell'umanità: questo è tutto "popolo". Essere
filosofi, essere mummie, rappresentare il monotonoteismo con mimica da becchini! - E
soprattutto basta con il corpo, questa miserevole idée fixe dei sensi! affetto da tutti gli errori
della logica che esistano, confutato, persino impossibile, eppure tanto impudente da atteggiarsi
a reale!...»
2.
Metto da parte, con profonda deferenza, il nome di Eraclito. Se il restante popolo dei
filosofi rifiutava la testimonianza dei sensi, perché questi indicavano molteplicità e
mutamento, egli ne respinse la testimonianza, perché mostravano le cose come se
possedessero durata e unità. Anche Eraclito fece torto ai sensi. Questi non mentono né al modo
che credevano gli Eleati né al modo che credeva lui - non mentono affatto. È soltanto quel che
noi facciamo della loro testimonianza, a introdurre la menzogna, per esempio la menzogna
dell'unità, della materialità, della sostanza, della durata... È la «ragione» il motivo per cui
falsiamo la testimonianza dei sensi. In quanto mostrano il divenire, il passare, il mutamento, i
sensi non mentono... Ma Eraclito avrà eternamente ragione in questo, che l'essere è una vuota
finzione. Il mondo «apparente» è l'unico: il «mondo vero» è soltanto un'aggiunta
menzognera...
3.
- E che fini strumenti di osservazione abbiamo nei nostri sensi! Il naso per esempio, del