Page 95 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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11.
Ho fatto capire come Socrate affascinava: egli appariva come un medico, come un
salvatore. È ancora necessario indicare l'errore insito nel suo credere alla «razionalità a ogni
costo»? - I filosofi e i moralisti ingannano se stessi se credono di uscire dalla décadence per
il solo fatto di combatterla. L'uscirne fuori va oltre le loro forze: quello che essi scelgono
come rimedio, come salvezza, è a sua volta soltanto una ulteriore espressione della décadence
- essi trasformano la sua espressione, ma non la eliminano. Socrate fu un equivoco; l'intera
morale del miglioramento, anche quella cristiana, fu un equivoco... La più abbagliante luce
diurna, la razionalità a ogni costo, la vita chiara, fredda, cauta, cosciente, senza istinto, in
opposizione agli istinti, fu essa stessa soltanto una malattia, un'altra malattia - e niente affatto
un ritorno alla «virtù», alla «salute», alla felicità... Dover combattere gli istinti - ecco la
formula della décadence: sino a che la vita si innalza, felicità è uguale a istinto.
12.
- Ha capito anche questo, il più accorto di tutti i raggiratori di sé? Lo disse a se stesso alla
fine, nella saggezza del suo coraggio di fronte alla morte?... Socrate volle morire - non Atene,
lui stesso si diede la coppa di veleno, costrinse Atene a dargli la coppa di veleno... «Socrate
non è un medico», disse piano a se stesso, «qui solo la morte è medico... Socrate fu soltanto
per lungo tempo malato...»
1
In italiano nel testo (N.d.T.).