Page 93 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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confutazione. Socrate fu del tutto un Greco? La bruttezza è abbastanza spesso l'espressione di

      uno  sviluppo  per  incroci,  ostacolato  dall'ibridazione.  Altrimenti  essa  appare  come  uno
      sviluppo che va declinando. Gli antropologi criminalisti ci dicono che il tipico criminale è
      brutto: monstrum in fronte, monstrum in animo. Ma il criminale è un décadent. Socrate fu un
      criminale  tipico?  -  Ciò  per  lo  meno  non  sarebbe  in  contrasto  con  il  giudizio  dato  da  quel
      famoso fisiognomo, che suonò tanto sconveniente per gli amici di Socrate. Uno straniero che si
      intendeva di volti, passando per Atene disse in faccia a Socrate che era un monstrum - che
      nascondeva in sé ogni brutto vizio e ogni brama. E Socrate rispose semplicemente: «Lei mi

      conosce, signore!» -

      4.
         Alla décadence, in Socrate, non accenna soltanto la confessa sregolatezza e anarchia negli
      istinti: vi accenna anche la superfetazione del logico e quella cattiveria da rachitico che lo
      contraddistingue.  Non  dimentichiamo  neppure  quelle  allucinazioni  dell'udito  che  sono  state

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      interpretate  in  senso  religioso  come  «demone  di  Socrate».  Tutto  in  lui  è  esagerato,  buffo ,
      caricatura, tutto è al tempo stesso nascosto, con un secondo fine, sotterraneo. - Cerco di capire
      da quale idiosincrasia provenga l'equazione socratica di ragione = virtù = felicità: l'equazione
      più bizzarra che esista, e che specialmente ha contro di sé tutti gli istinti dei più antichi Elleni.


      5.
         Con Socrate il gusto greco si ribalta a favore della dialettica: che cosa accade realmente?
      Anzitutto con essa viene vinto un gusto aristocratico; con la dialettica la plebaglia rialza la
      testa.  Prima  di  Socrate  nella  buona  società  si  disapprovavano  le  maniere  dialettiche:  esse
      venivano considerate brutte maniere, compromettevano. Contro di esse si metteva in guardia la
      gioventù. Inoltre si diffidava anche di un simile modo di presentare le proprie ragioni. Le cose

      rispettabili,  come  gli  uomini  rispettabili,  non  portano  così  in  mano  i  propri  motivi.  È
      sconveniente mostrare tutte e cinque le dita. Ciò che ha bisogno di essere dimostrato ha poco
      valore. Dovunque l'autorità faccia ancora parte dei buoni costumi, dove non si «motiva» ma si
      comanda, il dialettico è una specie di pagliaccio: si ride di lui, non lo si prende sul serio. -
      Socrate fu il buffone che si faceva prendere sul serio: che cosa accadde realmente dunque? -

      6.

         Si sceglie la dialettica solo quando non si hanno altri mezzi. Si sa che con essa si suscita
      diffidenza,  che  essa  convince  poco.  Nulla  si  cancella  più  facilmente  dell'effetto  di  un
      dialettico: l'esperienza di ogni assemblea, in cui si tengano dei discorsi, lo dimostra. Essa può
      soltanto essere legittima difesa, in mano di quel tale che non abbia più altre armi. Bisogna
      aver da ottenere a forza la propria ragione: altrimenti non si fa alcun uso della dialettica.

      Perciò gli Ebrei erano dialettici; la volpe Reinecke lo era: e che? lo fu forse anche Socrate? -

      7.
         - L'ironia di Socrate è un'espressione di rivolta? di risentimento plebeo? gusta egli, come
      oppresso,  la  propria  ferocia  nelle  stilettate  del  sillogismo?  si  vendica  dei  nobili  che
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