Page 56 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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sola figura a cui si debba rendere onore? Pilato, il governatore romano. Prendere sul serio un
affare tra Ebrei - è qualcosa di cui non riesce a rendersi conto. Un ebreo di più o di meno -
che importa?... La nobile ironia di un romano al cui cospetto vien fatto un abuso spudorato
della parola «verità», ha arricchito il Nuovo Testamento dell'unica parola che abbia valore -
che è la critica, l'annientamento stesso di quello: «che cos'è la verità!»...
47.
- Non è il fatto che non ritroviamo alcun Dio nella storia, né nella natura, né dietro alla
natura a differenziarci, - bensì il fatto che noi percepiamo ciò che venne venerato come Dio,
non come «divino», ma come miserabile, assurdo, dannoso, non solo come errore, ma come
crimine contro la vita... Noi neghiamo Dio in quanto Dio... Se ci dimostrassero questo Dio
dei cristiani, ci sapremmo credere ancor meno. - In una formula: deus qualem Paulus creavit,
dei negatio. - Una religione come il cristianesimo, che non viene in alcun punto a contatto con
la realtà, che va immediatamente all'aria appena la realtà afferma il proprio diritto anche in un
solo punto, deve per forza essere nemica mortale della «sapienza mondana», intendo dire
della scienza, - essa troverà buoni tutti i mezzi coi quali l'educazione dello spirito, la
schiettezza e la severità nelle questioni di coscienza dello spirito, la nobile freddezza e libertà
dello spirito possano venir avvelenate, denigrate, diffamate. La «fede», come imperativo è il
veto contro la scienza, - in praxi, la menzogna ad ogni costo... Paolo comprese che la
menzogna - «la fede» - era indispensabile; la Chiesa, più tardi, comprese di nuovo Paolo. -
Quel «Dio» che Paolo si inventò, un Dio che «fa scempio» della «sapienza mondana» (nel
senso più restrittivo, le due grandi avversarie d'ogni superstizione, filologia e medicina), non
è, in realtà, altro che la risoluta decisione in questo senso dello stesso Paolo: chiamare la
propria volontà «Dio», thora, questo è ebraico in guisa primordiale. Paolo vuole far scempio
della «sapienza mondana»: suoi nemici sono i buoni filologi e medici di scuola alessandrina;
a loro fa la guerra. In effetti non si è filologi e medici senza essere al tempo stesso anche
anticristiani. Infatti, come filologi guardiamo dietro i «sacri libri», come medici dietro
l'imbastardimento fisiologico del cristiano tipico. Il medico dice «inguaribile», il filologo
«imbroglio»...
48.
- Abbiamo veramente capito la famosa storia che sta all'inizio della Bibbia, - a proposito
della dannata paura di Dio di fronte alla scienza?... Non l'abbiamo capita. Questo libro di
preti par excellence ha inizio, come si conviene, con la grande difficoltà interiore del prete:
per lui c'è solamente un grande pericolo, di conseguenza per «Dio» c'è solamente un grande
pericolo. -
Il vecchio Dio, tutto «spirito», tutto sommo sacerdote, tutto perfezione, va a spasso nel suo
giardino: solo che si annoia. Contro la noia lottano invano perfino gli dèi. Che cosa fa lui?
Inventa l'uomo, l'uomo è divertente... Ma, guarda un po', anche l'uomo s'annoia. La pietà di Dio
per l'unica miseria che tutti i paradisi comportano, è sconfinata: tosto egli creò anche altri
animali. Primo passo falso di Dio: l'uomo non trovò divertenti gli animali - dominava su di
loro, non voleva essere neppure «animale». - Allora Dio creò la donna. E in effetti a quel
punto con la noia fu finita, - ma anche con qualcos'altro! La donna fu il secondo passo falso di