Page 51 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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della morte come morte sacrificale, la dottrina della resurrezione, con cui è raggirato
l'intero concetto di «beatitudine», l'intera ed unica realtà del Vangelo, - a vantaggio di uno
stato posteriore alla morte!... Con quella impudenza da rabbino che lo contraddistingue in ogni
cosa, Paolo ha logicizzato come segue questa concezione, questo sconcio di concezione: «Se
Cristo non è risorto da morte, allora la nostra fede è vana». - E d'un colpo si fece del Vangelo
la più spregevole di tutte le promesse irrealizzabili, la spudorata dottrina dell'immortalità
personale... Paolo in persona la insegnò inoltre come ricompensa!...
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Ora si vede che cosa ha termine con la morte sulla croce: un nuovo inizio, del tutto
originario, per un buddhistico movimento di pace, per una effettiva, non solamente promessa,
felicità in terra. Poiché questa rimane - già l'ho messo in rilievo - la fondamentale differenza
tra le due religioni della décadence: il buddhismo non promette, ma mantiene, il cristianesimo
promette tutto, ma non mantiene nulla. - Alla «buona novella» seguì da presso la peggiore di
tutte: quella di Paolo. In Paolo s'incarna il tipo opposto al «buon nunzio», il genio in fatto di
odio, di inesorabile logica dell'odio! Che non ha sacrificato all'odio questo disangelista?
Innanzitutto il redentore: egli lo inchiodò alla sua croce. La vita, l'esempio, la dottrina, la
morte, il significato e il diritto dell'intero Vangelo - nulla esistette più, quando questo falsario
per odio comprese che cosa solo poteva servirgli. Non la realtà, non la verità storica... E
ancora una volta l'istinto sacerdotale degli Ebrei commise un identico, grande crimine contro
la storia, - tirò semplicemente un tratto di penna sull'ieri, sull'avantieri del cristianesimo, si
inventò una storia del primo cristianesimo. C'è di più: falsificò ancora una volta la storia
d'Israele, affinché apparisse come la preistoria del suo agire: tutti i profeti hanno parlato del
suo «redentore»... Più tardi la Chiesa falsificò perfino la storia della umanità, facendone la
preistoria del cristianesimo... Il tipo del redentore, la dottrina, la pratica, la morte, il senso
della morte, perfino il «dopo» della morte - nulla rimase intatto, nulla rimase anche soltanto
simile alla realtà. Paolo spostò semplicemente il peso di tutta quell'esistenza dietro tale
esistenza - nella menzogna del Gesù «risuscitato». Fondamentalmente la vita del redentore
non poteva servirgli per niente, egli aveva bisogno della morte sulla croce e di qualcos'altro
ancora... Prendere per sincero un Paolo, che ebbe per patria la sede principale
dell'illuminismo stoico, allorché con un'allucinazione si fabbrica la prova del vivere-ancora
del redentore, o prestar fede a quanto ci racconta sul fatto che egli stesso ha avuto quella
allucinazione, sarebbe una vera niaiserie da parte di uno psicologo: Paolo voleva il fine,
quindi volle anche i mezzi... Ciò che egli stesso non credeva, credettero gli idioti, tra i quali
aveva diffuso la sua dottrina. - La potenza era il suo bisogno: con Paolo ancora una volta il
prete mirò alla potenza - egli poteva utilizzare soltanto idee, teorie, simboli, con cui si
tiranneggiano masse, si formano greggi. Quale cosa Maometto si limitò a prendere tardi a
prestito dal cristianesimo? L'invenzione di Paolo, il suo espediente per la tirannide dei preti,
per accozzare greggi: la credenza dell'immortalità - vale a dire la dottrina del «giudizio»...
43.
Quando uno colloca il peso della vita non nella vita, ma nell'«al di là» - nel nulla -, ha tolto
alla vita in generale il suo peso. La grande menzogna dell'immortalità personale distrugge