Page 49 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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se malgrado ciò non ha vergogna di chiamarsi ancora cristiano!...
39.
- Torno indietro, narro la storia genuina del cristianesimo. - Già la parola «cristianesimo»
è un equivoco, - in realtà è esistito un solo cristiano, e quello è morto sulla croce. Il
«Vangelo» è morto sulla croce. Quello che da quel momento in poi si chiama «Vangelo» era
già il contrario di ciò che egli aveva vissuto: una «mala novella», un Dysangelium. È
sbagliato fino all'assurdo vedere in una «fede», per esempio nella fede nella redenzione ad
opera di Cristo, il contrassegno del cristiano: solo la pratica cristiana, un vivere come visse
colui che morì sulla croce è cristiano... Ancora oggi una vita del genere è possibile, per certi
uomini perfino necessaria: il cristianesimo vero, quello originario sarà possibile in ogni
tempo... Non un credere, bensì un fare, soprattutto un non-fare-molte-cose, un diverso essere...
Gli stati della coscienza, una qualsiasi fede, un tener-per-vero, ad esempio, sono - ogni
psicologo lo sa - proprio del tutto irrilevanti e di quinto ordine rispetto al valore degli istinti:
per dirla con più rigore, l'intera nozione di causalità intellettuale è falsa. Ridurre l'essere-
cristiani, la cristianità ad un tener-per-vero, ad una mera fenomenalità della coscienza,
significa negare la cristianità. In realtà non sono affatto esistiti dei cristiani. Il «cristiano»,
ciò che da due millenni ha nome cristiano, non è altro che un fraintendimento psicologico di se
stessi. A guardare con più attenzione, in lui dominavano, malgrado ogni «fede», solo gli istinti
- e che istinti! - La «fede» fu in tutti i tempi, ad esempio per Lutero, solo un mantello, un
pretesto, una cortina, dietro la quale gli istinti facevano il loro gioco, - un'astuta cecità sul
dominio di certi istinti... La «fede» - già la chiamai la peculiare astuzia cristiana - si parlò
sempre di «fede», si agì sempre e solo per istinto... Nel mondo mentale del cristiano non
compare nulla che abbia anche soltanto sfiorato la realtà: viceversa abbiamo riconosciuto
nell'odio istintivo contro ogni realtà l'elemento, l'unico elemento traente alla radice del
cristianesimo. Che cosa ne consegue? Che qui, anche in psychologicis, l'errore è radicale,
vale a dire che determina l'essenza, è cioè sostanza. Eliminate di qui un solo concetto e
sostituitelo con un'unica realtà - tutto il cristianesimo rotolerà nel nulla! - Visto dall'alto,
questo singolarissimo tra tutti i fatti, una religione non soltanto condizionata da errori, ma
inventiva e perfino geniale solo in dannosi errori, solo in errori che avvelenano la vita e il
cuore, questa religione rimane uno spettacolo per gli dèi - per quelle divinità che sono al
tempo stesso filosofi, e in cui, ad esempio, io mi sono imbattuto in quei famosi dialoghi di
Nasso. Nell'istante in cui il disgusto abbandona quelle (- e noi! -), sentono gratitudine per lo
spettacolo del cristiano: il miserevole piccolo astro che ha nome terra, merita, non foss'altro
che per questo curioso caso, una occhiata divina, una divina partecipazione... In altre parole
non sottovalutiamo il cristiano: egli, falso fino all'innocenza, è di gran lunga superiore alla
scimmia, - parlando di cristiani una nota teoria sulla evoluzione diventa un puro
complimento...
40.
- La sorte del Vangelo si decise con la morte, - pendette dalla «croce»... Soltanto la morte,
quella infamante morte inaspettata, soltanto la croce, che in generale era riservata unicamente
alla canaille - soltanto questo paradosso tra i più tremendi mise i discepoli di fronte al vero