Page 52 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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nell'istinto ogni ragione, ogni natura; tutto ciò che negli istinti è benefico, propizio alla vita,

      garante dell'avvenire, suscita a quel punto diffidenza. Vivere in modo che il vivere non abbia
      più alcun senso, diventa allora il «senso» della vita... A che scopo senso della comunità, a che
      scopo  poi  gratitudine  verso  l'origine  e  gli  antenati,  a  che  scopo  collaborare,  aver  fiducia,
      promuovere e proporsi un bene comune?... Altrettante «tentazioni», altrettante deviazioni dalla
      «retta via» - «una sola cosa è necessaria»... Che ognuno, in quanto «anima immortale», abbia
      uguale rango di ogni altro, che nell'insieme di tutte le creature la «salvezza» di ogni individuo
      possa  pretendere  un'importanza  eterna,  che  piccoli  bigotti  e  per  tre  quarti  pazzi  possano

      immaginarsi che per loro vengano costantemente infrante le leggi di natura - non si marchierà
      mai con abbastanza disprezzo una simile dilatazione all'infinito nella spudoratezza,  di  ogni
      specie d'egoismo. Eppure a questa miserabile piaggeria della vanità personale deve la sua
      vittoria il cristianesimo - con ciò appunto esso ha convertito a sé tutti i malriusciti, tutti quanti
      rimuginano la rivolta, i malridotti, tutta la feccia e i rifiuti dell'umanità. La «salute dell'anima»
      - in parole povere: «il mondo gira intorno a me»... Il veleno della dottrina «uguali diritti per

      tutti» - il cristianesimo lo ha seminato nel modo più radicale; il cristianesimo ha fatto una
      guerra  mortale  ad  ogni  senso  di  rispetto  e  di  distacco  fra  uomo  e  uomo,  vale  a  dire  alla
      premessa di ogni innalzamento, di ogni crescita della cultura: col risentimento delle masse ha
      forgiato la sua arma principale contro di noi, contro tutto ciò che è nobile, sereno, magnanimo
      sulla terra, contro la nostra felicità in terra... L'«immortalità» accordata a qualunque Pietro e
      Paolo è stata fino ad oggi il massimo, il più malvagio attentato alla nobile umanità. - E non
      sottovalutiamo la sinistra fatalità insinuatasi dal cristianesimo fin nella politica! Nessuno oggi

      ha più il coraggio di rivendicare diritti particolari, diritti di primato, un senso di rispetto per
      sé e i propri pari - un pathos della distanza... La nostra politica è malata di questa mancanza
      di coraggio! - L'aristocraticismo dei sentimenti venne minato, fin da sottoterra, dalla menzogna
      della  parità  delle  anime;  e  se  la  credenza  nelle  «priorità  della  maggioranza»  fa  e  farà
      rivoluzioni  -  è  il  cristianesimo,  non  v'è  dubbio,  sono  valutazioni  cristiane  quello  che  ogni

      rivoluzione  traduce  in  sangue  e  delitti!  Il  cristianesimo  è  un'insurrezione  di  tutto  ciò  che
      striscia sulla terra contro ciò che sta in alto: il Vangelo dei «bassi» rende bassi...

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         - Quale testimonianza della corruzione già intollerabile all'interno della prima comunità, i
      Vangeli sono inestimabili. Ciò che Paolo condusse a termine più tardi, col cinismo logico di
      un rabbino, non fu tuttavia che il processo di decadenza iniziato con la morte del redentore. -
      Non  si  potrà  mai  leggere  con  abbastanza  prudenza  questi  Vangeli;  nascondono  le  loro

      difficoltà dietro ad ogni parola. Riconosco, e ciò vada a mia giustificazione, che proprio per
      questo per uno psicologo essi sono un piacere di prim'ordine, - come antitesi d'ogni ingenua
      depravazione, come raffinamento par excellence, come virtuosismo in fatto di pervertimento
      psicologico. I Vangeli sono una cosa a parte. Nemmeno la Bibbia regge al confronto. Siamo
      tra Ebrei: primo punto fermo, per non perdere qui completamente il filo. L'autodissimulazione

      del «sacro», la quale qui tocca francamente la genialità, mai raggiunta tra libri e tra gli esseri
      umani, se non per approssimazione, questa falsa coniazione di parole e gesti come arte non è
      l'intervenire  fortuito  di  una  qualche  particolare  dote  di  natura,  di  una  qualche  tempra
      d'eccezione. Qui ci vuole razza. Nel cristianesimo, in quanto arte di mentire santamente, è
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