Page 214 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
P. 214

Il caso Wagner


      Un problema di musicisti





      1.
         Per rendere giustizia a queste pagine bisogna soffrire per il destino della musica come per
      una piaga aperta. Di che cosa soffro, quando soffro per il destino della musica? Del fatto che
      la musica ha perduto la caratteristica di trasfigurare il mondo, di dire di sì, - dal fatto che è
      musica di décadence e non più il flauto di Dioniso... Se si senta in tal modo la causa della

      musica  come  cosa  propria,  come  la  propria  storia  di  sofferenza,  si  troverà  allora  questo
      scritto  pieno  di  riguardi  e  moderato  oltremisura.  In  tali  casi,  essere  allegri  e  ridere
      benevolmente  di  sé  -  ridendo  dicere  severum,  dove  il  verum  dicere  giustificherebbe  ogni
      durezza - è comportarsi nel modo più umano. E chi dubita che proprio io, vecchio artigliere
      quale sono, non sia in grado di puntare contro Wagner la mia artiglieria pesante? - In questa
      faccenda ho tenuto per me la cosa più decisiva, - ho amato Wagner. Infine un attacco a uno
      «sconosciuto» di qualità, che un altro non riconoscerebbe facilmente, si accorda al senso e ai
      modi del mio compito, - oh, ho ben altri «sconosciuti» da scoprire che un Cagliostro della

      musica - ma più ancora un attacco contro la nazione tedesca, che diventa sempre più fiacca
      nelle cose dello spirito e più priva d'istinto e sempre più onesta, che continua, con un appetito
      invidiabile, a nutrirsi di contraddizioni e ingurgita senza disturbi di digestione, «la fede» come
      la scientificità, l'«amore cristiano» come l'antisemitismo, la volontà di potenza (di «impero»)
      come l'évangile des humbles... Questa incapacità di prendere partito tra gli opposti! Questa

      «abnegazione» e neutralità dello stomaco! Questo egualitarismo del palato tedesco, che dà ad
      ognuno  uguali  diritti,  -  che  trova  tutto  saporito...  Senza  alcun  dubbio,  i  Tedeschi  sono
      idealisti... L'ultima volta che ho visitato la Germania, ho trovato il gusto tedesco occupato a
      riconoscere uguali diritti a Wagner e al trombettiere di Säckingen; io stesso fui testimone in
      prima persona di come a Lipsia, in onore di uno dei musicisti più veri e più Tedeschi, tedesco
      nel  vecchio  senso  della  parola,  non  un  semplice  tedesco  dell'Impero,  il  maestro  Heinrich
      Schütz, venne fondata una Associazione Liszt, destinata alla cura e alla diffusione di un'astuta

      musica sacra... Senz'alcun dubbio, i Tedeschi sono idealisti...

      2.
         Ma ora nulla m'impedirà di essere brutale e di dire ai Tedeschi un paio di dure verità: chi
      lo farà altrimenti? Parlo della loro lussuria in historicis.  Non  soltanto  gli  storici  tedeschi
      hanno smarrito la grande visione per il corso, per i valori della civiltà, non soltanto sono

      diventati tutti buffoni della politica (o della Chiesa -): proprio essi hanno messo  al  bando
      questa grande visione. Bisogna prima di tutto essere «Tedeschi», essere «razza», poi si potrà
      decidere su tutti i valori e i non valori in  historicis  -  potranno  stabilire...  «Tedesco»  è  un
      argomento,  «Deutschland,  Deutschland  über  Alles»  un  principio,  nella  storia  i  Germani
   209   210   211   212   213   214   215   216   217   218   219