Page 208 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
P. 208
sprigionano.
Non conosco la gioia di chi prende; e spesso sognai che rubare più che prendere
dovesse essere gioia.
Questa è la mia miseria, che mai la mia mano cessi di donare; questa è la mia
invidia, vedere occhi che attendono e le notti luminose di desiderio.
Oh, infelicità di chi dona! Oscuramento del mio sole! oh, desiderio di desiderare!
oh avidità nella sazietà!
Essi prendono da me: ma tocco io, ancora, la loro anima? C'è un abisso fra
prendere e dare; e l'abisso minore è il più difficile da superare.
Una fame nasce dalla mia bellezza: vorrei nuocere a quelli che illumino, derubare
quelli a cui ho porto i miei doni, - così sono affamato di crudeltà.
Ritirando la mano, quando già ad essa si protende la mano; simile alla cascata,
che esita ancora nel precipitare: così sono affamato di crudeltà.
Una tale vendetta ordisce la mia pienezza, una tale perfidia sgorga dalla mia
solitudine.
La mia gioia nel donare morì nel donare, la mia virtù divenne stanca di sé per la
troppa sovrabbondanza!
Il pericolo di chi dona sempre è di perdere ogni pudore, la mano e il cuore di chi
sempre spartisce è incallita da troppo lungo spartire.
Il mio occhio non trabocca più per la vergogna di chi chiede; la mia mano si è
fatta troppo dura per il tremito di mani ricolme.
Dove sono andate le lacrime dei miei occhi e il pudore del mio cuore? Oh
solitudine di tutti coloro che donano! Oh silenzio di tutti quelli che danno luce!
Molti soli vagano in spazi deserti: a tutto quanto è oscuro parlano con la loro luce
- a me tacciono.
Oh, questa è l'ostilità della luce contro ciò che dà luce: implacabilmente essa
prosegue il suo corso.
Sprezzante nel profondo del suo cuore contro ciò che illumina: freddo verso soli -
così ogni sole segue il suo corso.
Simili ad una tempesta i soli seguono le lore orbite, seguono la loro volontà
implacabile, questa è la loro freddezza.
Oh! solo voi, oscuri, voi notturni, siete coloro che traggono calore da ciò che
illumina! Oh, voi soli suggete latte e balsamo dal seno della luce.
Ahimè, il ghiaccio mi circonda, la mia mano brucia a contatto del gelo!
Ahimè, vi è in me sete che si strugge per la vostra sete.
È notte: perché devo essere luce! E sete dell'oscuro! è solitudine!
È notte: come una sorgente erompe da me il mio desiderio, - è desiderio di parole.
È notte: ora parlano più forte tutte le fontane zampillanti. E anche l'anima mia è
una fontana zampillante.
È notte: solo ora si destano tutti i canti degli amanti. E anche l'anima mia è il canto
di un amante. -
8.