Page 184 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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finesses» - la frase è di Monsieur Taine -; temo che perfino nelle forme supreme del ditirambo

      si trovi in me un pizzico di quel sale che non diventa mai insipido - «tedesco» - l'esprit... Non
      posso fare diversamente. Dio mi aiuti! Amen. Sappiamo tutti, alcuni lo sanno addirittura per
      esperienza,  cos'è  l'animale  dai  lunghi  orecchi.  Ebbene  oso  affermare  che  le  mie  sono  le
      orecchie  più  piccole  del  mondo.  Questo  interessa  non  poco  le  donnette  -,  mi  pare,  che  si
      sentano forse meglio comprese da me?... Io sono l'anti-asino par excellence,  e  con  ciò  un
      mostro nella storia del mondo, - io sono, in greco, e non solo in greco, l'Anticristo...


      3.
         Conosco discretamente i miei privilegi di scrittore; in singoli casi mi è anche chiaro quanto
      l'assuefazione ai miei libri «rovini» il gusto. Semplicemente non si sopportano più altri libri,
      per  lo  meno  quelli  filologici.  È  un  onore  senza  pari  penetrare  in  questo  mondo  nobile  e
      delicato, - per farlo non bisogna assolutamente essere Tedeschi; in fin dei conti è un onore che
      bisogna essersi guadagnati. Ma chi mi è affine per l'altezza della volontà, vivrà qui vere estasi

      dell'apprendere: poiché io vengo da altezze dove nessun uccello ha mai volato, conosco abissi
      nei quali nessun piede si è ancora perso. Mi hanno detto che non è possibile deporre uno dei
      miei libri, disturbo anche la quiete notturna... Non c'è assolutamente un genere di libri più fieri
      e al tempo stesso più raffinati: - essi attingono in questo o quel punto quanto di più alto si può
      raggiungere sulla terra, il cinismo: bisogna conquistarseli sia con le dita più delicate che con i
      pugni  più  vigorosi.  Ogni  gracilità  dell'anima  ne  esclude,  una  volta  per  tutte,  la  possibilità,
      perfino una semplice dispepsia: non bisogna avere nervi, bisogna avere un ventre gaio. Non la

      povertà soltanto, l'aria di chiuso di un'anima la esclude, e ancor più la viltà, la sporcizia, la
      segreta sete di vendetta nelle viscere: una mia parola porta alla luce tutti i cattivi istinti. Io ho
      fra i miei conoscenti parecchie cavie, sulle quali mi godo le diverse, le istruttivamente diverse
      reazioni ai miei scritti. Chi non vuol avere niente a che fare con il contenuto, per esempio i
      miei  cosiddetti  amici,  diventa  «impersonale»:  ci  si  congratula,  che  io  sia  andato  di  nuovo

      «così  lontano»,  -  ci  sarebbe  anche  un  progresso  nella  maggiore  serenità  del  tono...  Gli
      «spiriti»  completamente  viziosi,  le  «anime  belle»,  quelli  totalmente  bugiardi,  non  sanno
      assolutamente cosa fare di questi libri, - di conseguenza li vedono sotto di sé, questa è la bella
      consequenzialità di tutte le «anime belle». I ruminanti di mia conoscenza, semplici Tedeschi,
      se mi è lecito, lasciano capire di non essere sempre della mia opinione, ma che tuttavia, in
      alcuni  punti,  per  esempio...  L'ho  sentito  anche  a  proposito  dello  Zarathustra...  Allo  stesso
      modo ogni «Femminismo», persino nell'uomo, è una chiusura nei miei confronti: non si entrerà
      più  in  questo  labirinto  di  conoscenze  ardite.  Bisogna  non  aver  mai  risparmiato  se  stessi,

      bisogna avere la durezza tra le proprie abitudini, per essere sereni e di buon umore in mezzo a
      dure verità. Se mi faccio un quadro del lettore perfetto, ne esce sempre un mostro di coraggio
      e  curiosità,  con  in  più  qualcosa  di  malleabile,  di  astuto,  di  attento,  un  avventuriero  e  un
      esploratore nato. Infine: non saprei dire a chi soltanto, in fondo, io parli, meglio di come lo ha
      detto Zarathustra: a chi soltanto vuole raccontare il suo enigma?


                    A voi, cercatori temerari, tentatori, a chi si è mai imbarcato con astute vele su
                 mari terribili, -
                    a voi, ebbri di enigmi, lieti crepuscolari, la cui anima è adescata da flauti verso
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