Page 183 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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cose, compresi i libri, più di quanto già non sappia. Per ciò di cui non si ha esperienza, non si

      hanno orecchie. Immaginiamo adesso un caso estremo, che un libro parli solo di esperienze
      che sono completamente estranee alla possibilità dell'esperienza comune, o anche rare, - che
      esso sia il primo linguaggio per una nuova serie di esperienze. In questo caso non si udrà
      semplicemente  nulla,  con  l'illusione  acustica  per  la  quale  dove  non  si  ode  nulla,  non  c'è
      nulla...  Questa  in  fondo  è  la  mia  esperienza  media  e,  se  si  vuole,  l'originalità  della  mia
      esperienza.  Chi  ha  creduto  di  aver  compreso  qualcosa  di  me  si  è  costruito,  usando  me,
      qualcosa a sua immagine, - non di rado un mio opposto, per esempio un «idealista»; chi non ha

      compreso nulla di me negava ch'io dovessi, in generale, essere preso in considerazione. - La
      parola «superuomo», in quanto definizione di un tipo estremamente ben riuscito, in contrasto
      con l'uomo «moderno», con l'uomo «buono», il cristiano e altri nichilisti - espressione che, in
      bocca a Zarathustra, il distruttore della morale, diventa una parola che dà molto da pensare -
      è stata intesa, quasi ovunque, con assoluta innocenza, nel senso di quei valori il cui opposto è
      stato manifestato nella figura di Zarathustra, voglio dire come tipo «idealistico» di un genere

      superiore  di  uomo  mezzo  «santo»  e  mezzo  «genio»...  Un'altra  addottrinata  mandria  mi  ha
      sospettato, da parte sua, di darwinismo; vi hanno ritrovato perfino quel «culto degli eroi»,
      respinto  da  me  con  tanta  durezza,  proprio  di  quel  gran  falsario  contro  voglia  e  contro
      coscienza che è Carlyle. Se sussurravo all'orecchio di qualcuno che doveva guardarsi attorno
      per  trovare  un  Cesare  Borgia  piuttosto  che  un  Parsifal,  quello  non  si  fidava  delle  proprie
      orecchie. - Mi si dovrà perdonare di non avere la minima curiosità per le recensioni dei miei
      libri, soprattutto dovute ai giornali. I miei amici, i miei editori lo sanno e non me ne parlano.

      In un caso particolare mi capitò una volta sotto gli occhi ciò che è stato perpetrato ai danni di
      un  singolo  libro  -  si  trattava  di  Al  di  là  del  bene  e  del  male;  avrei  modo  di  darne  un  bel
      resoconto. È possibile credere che la Nationalzeitung - un giornale prussiano, lo dico per i
      miei lettori stranieri, quanto a me, con licenza, mi limito a leggere il Journal des Débats - ha
      creduto di intendere questo libro, con assoluta serietà, come un «segno dei tempi», come la

      vera, autentica filosofia Junker, per la quale la Kreuzzeitung non ha abbastanza fegato?...

      2.
         Questo l'ho detto per i Tedeschi: perché ho lettori dovunque - tutte intelligenze raffinate,
      caratteri  provati,  educati  ad  alte  posizioni  e  doveri;  ho  addirittura  autentici  geni  tra  i  miei
      lettori. A Vienna, a Pietroburgo, a Stoccolma, a Copenaghen, a Parigi e New York - vengo
      scoperto  dappertutto:  non  nella  pianura  d'Europa,  la  Germania...  E,  devo  riconoscerlo,  mi
      rallegro ancor più dei miei non-lettori, di quelli che non hanno mai sentito né il mio nome né

      la parola filosofia; ma dovunque arrivo, qui a Torino, per esempio, ogni volto si rasserena e si
      addolcisce  alla  mia  vista.  Ciò  che  mi  ha  lusingato  di  più  fino  ad  oggi  è  che  le  vecchie
      venditrici non si danno pace prima di aver scelto per me i più dolci dei loro grappoli. Così
      bisogna essere filosofi... Non per nulla i Polacchi vengono chiamati i Francesi tra gli Slavi.
      Una  russa  affascinante  non  si  sbaglierà  per  un  solo  istante  sul  mio  luogo  d'origine.  Io  non

      riesco ad essere solenne, al massimo arrivo all'imbarazzo... Pensare da tedesco, sentire da
      tedesco - posso tutto, ma questo è superiore alle mie forze... Il mio vecchio maestro Ritschl
      sosteneva addirittura che io ideassi anche i miei saggi filologici come un romancier parigino -
      in modo assurdamente affascinante. Persino a Parigi ci si stupisce di «toutes mes audaces et
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