Page 176 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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grandi significati della parola, per sapere tutto ciò che ha fatto, ciò che ha voluto, ciò che ha

      sperimentato in se stesso... E al diavolo, signori critici! Posto che avessi battezzato il mio
      Zarathustra con un nome diverso, per esempio con quello di Richard Wagner, la sagacia di due
      millenni non sarebbe stata sufficiente per indovinare che l'autore di Umano, troppo umano è il
      visionario di Zarathustra...

      5.
         Qui, dove parlo dei conforti della mia vita, è indispensabile una parola per esprimere la

      mia  gratitudine  per  ciò  che  in  essa  mi  ha  ristorato  nel  modo  di  gran  lunga  più  profondo  e
      benevolo. Ciò è stata, senza alcun dubbio, la mia intima vicinanza a Richard Wagner. Non
      tengo in gran conto tutti gli altri miei rapporti umani; non vorrei sottrarre dalla mia vita, a
      nessun prezzo, i giorni di Tribschen, i giorni della fiducia, della gaiezza, dei casi sublimi -
      degli istanti profondi... Non so cosa altri abbiano vissuto con Wagner: sul nostro cielo è mai
      passata una nuvola. - E con ciò torno ancora una volta alla Francia, - non ho argomenti, ho

      solo una smorfia sprezzante per i wagneriani et hoc genus omne, che credono di far onore a
      Wagner trovandolo simile a se stessi... Estraneo come sono, nei miei istinti più profondi, a
      tutto ciò che è tedesco, tanto che la sola vicinanza di un tedesco mi ritarda la digestione, il
      primo  contatto  con  Wagner  segnò  anche  il  primo  momento  della  mia  vita  in  cui  respirai  a
      fondo:  lo  sentii,  lo  venerai  come  un  paese  straniero,  come  antitesi,  come  protesta  vivente
      contro  tutte  le  «virtù  tedesche».  -  Noi,  che  siamo  stati  bambini  nella  palude  degli  anni
      Cinquanta, siamo necessariamente pessimisti sul concetto di «tedesco»; non possiamo essere

      nient'altro che rivoluzionari - non ammetteremo nessuno stato di cose in cui domini il bigotto.
      Mi è completamente indifferente se si riveste oggi di altri colori, se si ammanta di scarlatto, se
      indossa l'uniforme degli ussari... Bene! Wagner era un rivoluzionario - egli fuggiva davanti ai
      Tedeschi... In quanto artisti non si ha altra patria in Europa che Parigi; la délicatesse in tutti i
      cinque sensi dell'arte, che l'arte di Wagner presuppone, il tocco per le nuances, la morbosità

      psicologica, tutto questo si trova solo a Parigi. In nessun altro luogo si ha questa passione per i
      problemi della forma, questa serietà nella mise en scène - è la serietà parigina par excellence.
      In Germania non si ha la minima idea della enorme ambizione che vive nell'anima di un artista
      parigino.  Il  tedesco  è  bonario  -  Wagner  non  era  per  nulla  bonario...  Ma  ho  spiegato  già  a
      sufficienza (in Al di là del bene e del male, p. 256), dove dobbiamo situare Wagner, dove si
      trovino  i  suoi  affini  più  stretti:  è  il  tardo  romanticismo  francese,  quel  genere  d'artisti  che
      volano in alto e che trascinano verso l'alto come Delacroix, come Berlioz, con un fond  di
      malattia, di congenita insanabilità, tutti fanatici dell' espressione, virtuosi in tutto e per tutto...

      Chi fu il primo seguace intelligente di Wagner? Charles Baudelaire, lo stesso che comprese
      per primo Delacroix, quel tipico décadent nel quale si è riconosciuta un'intera generazione di
      artisti - forse fu anche l'ultimo... Cosa non ho mai perdonato a Wagner? Di aver accondisceso
      ai  Tedeschi  -  di  essere  diventato  un  tedesco  dell'impero...  Dovunque  la  Germania  arrivi,
      guasta la civiltà. -


      6.
         Tutto  considerato,  non  avrei  sopportato  la  mia  giovinezza  senza  la  musica  wagneriana.
      Poiché ero condannato ai Tedeschi. Se ci si vuol liberare di una pressione insopportabile, si
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