Page 174 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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chicchessia, un «altruismo», un dimenticare le distanze, - qualcosa che non mi perdonerò mai.

      Quando fui quasi alla fine, proprio perché ero quasi alla fine, cominciai a riflettere su questa
      fondamentale insensatezza della mia vita - l'«idealismo». Solo la malattia mi ha portato alla
      ragione. -

      3.
         La scelta dell'alimentazione; la scelta del clima e del luogo; - la terza cosa sulla quale a
      nessun costo si può fare un passo falso è la scelta del proprio modo di riposarsi. Anche qui, a

      seconda del grado in cui uno spirito è sui generis, i limiti di ciò che gli è permesso, cioè di
      ciò  che  gli  è  utile,  si  restringono  sempre  più.  Nel  mio  caso  ogni  lettura  appartiene  alla
      categoria di ciò che mi riposa: di ciò che mi stacca, cioè, da me stesso, che mi permette di
      vagare in scienze e in anime sconosciute, - di ciò che non prendo più sul serio. La lettura mi
      riposa proprio della mia serietà. Nei periodi di grande lavoro non si vedono libri intorno a
      me: mi guarderei dal lasciare che qualcuno parlasse, o perfino pensasse la mia presenza. E

      leggere  significherebbe  proprio  questo...  Si  è  veramente  osservato  che  in  quella  profonda
      tensione alla quale la gestazione condanna lo spirito e in fondo l'intero organismo, il caso,
      ogni sorta di eccitamento esterno ha un effetto troppo violento, «sferza» troppo in profondità?
      Per  quanto  è  possibile,  bisogna  evitare  il  caso,  l'eccitamento  esterno;  qualcosa  come  un
      murarsi  dentro  di  sé  è  una  delle  principali  istintive  astuzie  della  gestazione  spirituale.
      Permetterò che un pensiero estraneo scali di nascosto questo muro? Leggere significherebbe
      proprio questo... Ai periodi di lavoro e di fecondità segue il tempo del riposo: avanti, voi,

      libri piacevoli, ricchi di spirito, intelligenti! - Saranno libri tedeschi?... Devo tornare indietro
      di sei mesi per sorprendermi con un libro in mano. Di che si trattava? Un notevole studio di
      Victor Brochard, Les Sceptiques Grecs, nel quale sono ben utilizzati anche i miei Laertiana.
      Gli scettici, l'unico tipo rispettabile nel popolo dal doppio e quintuplo senso, il popolo dei
      filosofi!... Del resto trovo quasi sempre scampo negli stessi libri, pochi in fondo, i libri che

      hanno dimostrato di essere per me. Forse non sono tipo da leggere molto e di molti generi:
      una sala di lettura mi fa star male. Non sono neppure il tipo da amare molte cose e di specie
      diversa.  La  cautela,  perfino  l'ostilità  per  i  nuovi  libri  appartiene  al  mio  istinto,  più  che  la
      «tolleranza», «La largeur du coeur»,  e  altri  «amori  del  prossimo»...  In  fondo  quello  a  cui
      ritorno sempre è un piccolo numero di vecchi francesi: credo solo alla cultura francese - e
      tutto ciò che in Europa viene generalmente chiamato «cultura», per non parlare della cultura
      tedesca è per me un equivoco... I rari casi di cultura superiore che ho incontrato in Germania
      erano sempre di origine francese, a cominciare dalla signora Cosima Wagner, di gran lunga la

      voce più alta che abbia sentito in fatto di gusto... Che io non legga, ma ami Pascal come la
      vittima  più  istruttiva  del  cristianesimo,  assassinato  lentamente,  prima  fisicamente,  poi
      psicologicamente, con tutta la logica di questa forma, tra le più terribili, di crudeltà inumana;
      che  io  abbia  nello  spirito,  chissà,  forse,  anche  nel  fisico,  qualcosa  della  prepotenza  di
      Montaigne; che il mio gusto d'artista prenda sotto la sua protezione, non senza rabbia, contro

      un  genio  selvaggio  come  Shakespeare,  i  nomi  di  Molière,  Corneille  e  Racine:  tutto  ciò,  in
      fondo, non esclude che anche i francesi più recenti siano per me una compagnia charmante.
      Non vedo proprio in quale secolo della storia si possono pescare tutti insieme psicologi così
      curiosi e contemporaneamente così delicati come quelli che si trovano oggi a Parigi: nomino a
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