Page 175 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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caso - poiché il loro numero non è piccolo - i signori Paul Bourget, Pierre Loti, Gyp, Meilhac,
Anatole France, Jules Lemaître, o, per indicarne uno di razza forte, un vero latino, al quale
sono particolarmente affezionato, Guy de Maupassant. Io, detto tra noi, preferisco questa
generazione persino ai suoi grandi maestri, che sono tutti quanti guastati dalla filosofia
tedesca: il signor Taine, a esempio, da Hegel, al quale deve l'incomprensione di grandi uomini
e grandi epoche. Ovunque giunga, la Germania guasta la civiltà. In Francia solo la guerra ha
«liberato» lo spirito... Stendhal, uno dei casi più belli della mia vita - perché tutto ciò che in
essa fa epoca, mi è giunto per caso, mai per una raccomandazione - è inestimabile con il suo
sguardo precursore di psicologo, con la sua presa sulla realtà, che ricorda la vicinanza del
massimo realista (ex ungue Napoleonem -); infine, e non è il merito minore, è un ateo onesto,
una species rara in Francia, e quasi introvabile - ad onore di Prosper Mérimée... Forse sono
io stesso invidioso di Stendhal? Mi ha sottratto la migliore battuta da ateo che proprio io avrei
potuto fare: «L'unica giustificazione di Dio è che non esiste»... Io stesso ho detto da qualche
parte: qual è stata finora la maggior obiezione contro l'esistenza? Dio...
4.
Il più elevato concetto di poeta lirico me l'ha dato Heinrich Heine. Cerco invano in tutti i
regni dei millenni una musica ugualmente dolce e appassionata. Egli possedeva quella divina
malizia senza la quale non so immaginare la perfezione, - io valuto il valore degli uomini,
delle razze, dalla coscienza che essi hanno della necessaria inseparabilità di Dio dal satiro. -
E come tratta la lingua tedesca! Si dirà un giorno che Heine e io siamo stati di gran lunga i
massimi artisti della lingua tedesca - a incalcolabile distanza da tutto ciò che ne hanno fatto i
Tedeschi comuni. - Devo avere una comunanza profonda con il Manfredi di Byron: trovo in
me tutti questi abissi, - a tredici anni ero maturo per quest'opera. Non rivolgo una parola, ma
appena uno sguardo, a quelli che, di fronte al Manfredi, osano pronunciare il nome di Faust. I
Tedeschi sono incapaci di ogni concetto di grandezza: la prova è Schumann. Io stesso, per la
rabbia contro questo Sassone dolciastro, ho composto una contro-ouverture al Manfredi, della
quale Hans von Bülow disse che non aveva mai visto nulla di simile su carta da musica: che
era lo stupro di Euterpe. - Se cerco per Shakespeare la mia formula più sublime, trovo sempre
soltanto la stessa, cioè che egli ha concepito il tipo di Cesare. Cose del genere non si
indovinano, - o si è così o non lo si è. Il grande poeta crea solo dalla propria realtà - fino al
punto che, dopo, non sopporta più la propria opera... Quando getto uno sguardo al mio
Zarathustra, vado avanti e indietro nella stanza per una mezz'ora, incapace di dominare
un'insostenibile crisi di singhiozzi. - Non conosco lettura più straziante di Shakespeare: che
cosa deve aver sofferto un uomo per aver a tal punto bisogno di fare il pagliaccio! - Qualcuno
comprende Amleto? Non il dubbio, la certezza è ciò che rende folle... Ma bisogna essere
profondi, bisogna essere abissi, bisogna essere filosofi per sentire così... Noi tutti temiamo la
verità... E, devo riconoscerlo: sono istintivamente sicuro e certo che Lord Bacon è il creatore
di questo genere, il più inquietante, di letteratura, colui che di questa si è torturato a mo'
d'esperimento: cosa mi importa delle chiacchiere miserevoli di Americani dalle teste confuse
e piatte? Non solo invero la forza della più poderosa realtà nella visione è compatibile con la
forza più poderosa nell'azione, nella mostruosità dell'azione, nel crimine - essa lo presuppone
addirittura... Siamo lontani dal saperne abbastanza su Lord Bacon, il primo realista in tutti i