Page 118 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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tappezzeria; come pure l'ambizione plebea a sentimenti generosi. La cosa peggiore resta
certamente la civetteria femminile ammantata di atteggiamenti mascolini, di modi da ragazzo
maleducato. - Come dev'essere stata fredda, nonostante tutto ciò, questa insopportabile artista!
Si caricava come un orologio - e scriveva... Fredda come Hugo, come Balzac, come tutti i
romantici, non appena si mettevano a comporre! E come doveva sentirsi compiaciuta di sé,
questa feconda mucca-da-scrivere, che aveva in sé qualcosa di tedesco nel senso cattivo,
come anche lo ebbe Rousseau, suo maestro, e che in ogni caso potè esistere solo grazie alla
decadenza del gusto francese! - Ma Renan la venera...
7.
Morale per psicologi. - Non fare della psicologia da venditori ambulanti! Mai osservare
per osservare! Ciò dà una falsa ottica, uno strabismo, qualcosa di forzato e di esagerato.
Vivere un'esperienza per voler vivere un'esperienza - non porta a nulla. Vivendo
un'esperienza, non è lecito guardare a sé, ogni sguardo diventa allora «malocchio». Uno
psicologo nato evita per istinto di vedere per vedere; lo stesso vale per il pittore nato. Egli
non lavora mai «secondo la natura», - lascia al suo istinto, alla sua camera obscura, di filtrare
ed esprimere il «caso», la «natura», l' «esperienza vissuta»... Solo dell' universale egli
diviene cosciente, della conclusione, del risultato: quell'arbitrario astrarre dal singolo caso
egli non lo conosce. - Cosa succede se ci si comporta diversamente? Se per esempio, al modo
dei romanciers parigini, si fa in grande e in piccolo una psicologia da venditori ambulanti? In
questo modo si tendono per così dire agguati alla realtà, in questo modo si porta a casa ogni
sera una manciata di cose curiose... Ma si guardi solo a che cosa ne viene fuori alla fine - un
mucchio di scarabocchi, nel migliore dei casi un mosaico, in ogni caso qualcosa di
addizionato insieme, di inquieto, di stridente. I risultati peggiori li ottengono i Goncourt: essi
non mettono insieme tre frasi che non siano semplicemente un'offesa per l'occhio, per l'occhio
dello psicologo. - Valutata in senso artistico, la natura non è un modello. Essa esagera,
distorce, lascia lacune. La natura è il caso. Lo studio «secondo la natura» mi sembra un brutto
segno: tradisce sottomissione, debolezza, fatalismo, - questo prostrarsi nella polvere davanti a
petits faits è indegno di un artista completo. Vedere che cos'è - si addice a un'altra specie di
spiriti, quelli antiartistici, quelli reali. Si deve sapere chi si è...
8.
Sulla psicologia dell artista. - Perché esista arte, perché esista un qualsiasi fare e
contemplare artistico, è indispensabile un presupposto fisiologico: l'ebbrezza. L'ebbrezza
deve prima aver accresciuto l'eccitabilità dell'intera macchina: altrimenti non si giunge
all'arte. Tutte le specie di ebbrezza, per quanto diversamente condizionate, possiedono la forza
di far ciò: soprattutto l'ebbrezza dell'eccitazione sessuale, la più antica e originaria forma di
ebbrezza. Ugualmente l'ebbrezza che sopraggiunge al seguito di tutte le grandi brame, di tutti i
forti affetti; l'ebbrezza della festa, della gara, del pezzo di bravura, della vittoria, di ogni
commozione estrema; l'ebbrezza della crudeltà; l'ebbrezza della distruzione; l'ebbrezza
prodotta da determinati influssi meteorologici, per esempio l'ebbrezza della primavera;
oppure dall'influsso dei narcotici; infine l'ebbrezza della volontà, di una volontà sovraccarica
e turgida. - L'essenziale nell'ebbrezza è il senso dell'aumento di forza e della pienezza. Da