Page 115 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
P. 115
aristocratica. - Imparare a vedere - abituare l'occhio alla calma, alla pazienza, al lasciar
giungere a sé le cose; rimandare il giudizio, imparare a rigirare e ad abbracciare il singolo
caso da ogni lato. È questa la prima introduzione alla spiritualità: non reagire subito a uno
stimolo, ma padroneggiare gli istinti che inibiscono, che isolano. Imparare a vedere, così
come l'intendo io, è all'incirca ciò che il linguaggio non filosofico chiama forte volontà:
l'essenziale in esso è appunto non «volere», saper sospendere il giudizio. Ogni mancanza di
spiritualità, ogni bassezza poggiano sulla incapacità di resistere a uno stimolo - si deve
reagire, si segue ogni impulso. In molti casi un tale «dovere» è già uno stato di malattia, è già
decadenza, sintomo di esaurimento, - quasi tutto quello che la rozzezza non filosofica indica
con il nome di «vizio», è soltanto quella incapacità fisiologica di non reagire. -
Un'applicazione pratica dell'aver imparato a vedere: come allievi si sarà diventati lenti,
diffidenti, riluttanti. Si lascerà dapprima avvicinare a noi l'estraneo, il nuovo di ogni specie
in silenzio ostile - se ne ritrarrà la mano. Lo stare con tutte le porte aperte, il deferente chinar
la schiena di fronte a ogni piccolo fatto, l'esser sempre pronti a balzare, a precipitarsi dentro
questa e quella cosa, insomma la famosa «obiettività» moderna è cattivo gusto, è non nobile
par excellence. -
7.
Imparare a pensare: nelle nostre scuole non se ne ha più alcuna idea. Persino nelle
università, persino tra i veri e propri dotti della filosofia la logica comincia a morire, come
teoria, come pratica, come mestiere. Si leggano i libri tedeschi: nemmeno il più lontano
ricordo, ormai, che per pensare occorre una tecnica, un programma, una volontà di magistero,
- che il pensiero deve essere appreso così come dev'essere appresa la danza, come una specie
di danza... Chi, tra i Tedeschi, conosce ancora per esperienza quel sottile brivido, che dei
piedi lievi nelle cose spirituali irradiano in tutti i muscoli! - La rigida goffaggine del gesto
spirituale, la mano pesante nell'afferrare - ciò è tedesco a tal punto, che all'estero lo si
scambia con il carattere tedesco in generale. Il Tedesco non ha dita per le nuances... Che i
Tedeschi abbiano anche solo sopportato i loro filosofi, soprattutto il più deforme storpio del
concetto che sia mai esistito, il grande Kant, rende abbondantemente l'idea della grazia
tedesca. - Infatti in una nobile educazione non si può prescindere dalla danza in ogni sua
forma, dal saper danzare con i piedi, con i concetti, con le parole: debbo forse dire che si
deve saperlo fare anche con la penna, - che bisogna imparare a scriverei - Ma a questo punto
diventerei un perfetto enigma per i lettori tedeschi...