Page 62 - Keplero. Una biografia scientifica
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varia non solo da pianeta a pianeta, ma anche in ciascuna
singola orbita? Già nell’Antichità si era osservato come le orbite
avessero periodi differenti, ma si pensava (è il caso di Aristotele
e Tolomeo, per esempio) che orbite di durata maggiore fossero
semplicemente legate a un cammino più lungo da percorrere.
Keplero osserva che questa spiegazione è del tutto
insoddisfacente, e che esistono solo due soluzioni: o molte
anime motrici, ciascuna delle quali è responsabile di un solo
pianeta, con azioni diverse di caso in caso, oppure un’unica
anima motrice situata nel Sole. Scegliendo questa seconda
ipotesi, che viene introdotta nel Mysterium al Capitolo XX,
Keplero sottolinea un ulteriore elemento a favore del
copernicanesimo. Solo ponendo il Sole al centro si ha, infatti,
che le velocità dei pianeti risultano in ordine crescente con
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l’avvicinarsi all’astro . Secondo Keplero, è così possibile
attribuire una virtus al Sole, che lo rende capace di muovere i
pianeti ma che, distribuendosi nello spazio, si fa più flebile con il
crescere della distanza, con un meccanismo analogo a quanto
avviene per la radiazione luminosa. Sembrerebbe insomma di
essere a un passo da una grande intuizione, visto che Keplero
sostiene che l’intensità luminosa diminuisce con il quadrato
della distanza. Ma in realtà, per Keplero, mentre la luce si deve
distribuire su una sfera perché si diffonda nello spazio, l’azione
del Sole si distribuisce soltanto sul piano individuato dall’orbita
del pianeta coinvolto e perciò diminuisce solo linearmente con
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la distanza .
Questa virtù del Sole, anche se non porta immediatamente a
una legge corretta, per la quale devono ancora passare più di
vent’anni, appare molto promettente. Per esempio, nel Capitolo