Page 58 - Keplero. Una biografia scientifica
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Keplero, in questo cieco tentativo di non abbandonare il proprio
modello: con quale criterio Retico avrebbe faticato per trovare
valori decimali, basandosi su dati che a malapena potevano dare
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con precisione le cifre intere ? Quando lo stesso Retico, scrive
Keplero, era conscio dell’imprecisione dei dati di Copernico,
come testimoniava una lettera, citata per esteso nel Mysterium,
in cui Retico paragonava Copernico al protagonista di una
favola di Esopo il quale, per non rischiare di perdere una mucca,
non avrebbe dovuto perdere tempo a inseguire dei piccoli
uccelli.
Venticinque anni più tardi Keplero sorriderà delle proprie
critiche a Copernico, ma potrà farlo dopo che avrà avuto accesso
al tesoro dei dati astronomici di Tycho Brahe e avrà verificato
che, comunque, le discordanze tra previsioni e rapporti empirici
non si sono colmate. Così, nella seconda edizione del 1621,
Keplero in una nota ammetterà di essersi comportato come «un
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bambino di tre anni che combatte contro un gigante» .
In ogni caso, al di là delle imprecisioni attribuibili alle diverse
fonti riprese nel De revolutionibus, Keplero già nella prima
edizione arriva a concludere che emerge un cruciale errore di
fondo nel modo in cui Copernico calcola i raggi delle orbite
planetarie: il problema consiste nel fatto che l’astronomo di
Torun considera come centro del sistema solare non
esattamente il Sole, ma il cosiddetto «Sole medio». Copernico,
pur lasciando la Terra libera di viaggiare nei cieli e di orbitare
attorno al Sole, è ancora fortemente legato ai vincoli
dell’astronomia aristotelica, secondo la quale i moti che
perdurano in eterno devono avvenire su orbite circolari. Egli
non ha la possibilità di osservare il moto del pianeta Terra