Page 61 - Keplero. Una biografia scientifica
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esatto», dal momento che le leggi che sta cercando di
rintracciare non sono altro che le impronte del Creatore. In
secondo luogo, che senso può avere che i pianeti ruotino attorno
a un mero punto matematico, privo di un qualunque significato
fisico? E in realtà questo secondo argomento è il più importante,
come dimostra il fatto che, nonostante i calcoli del Capitolo XV
dimostrino ancora la presenza di incongruenze anche per i dati
corretti al Sole vero, Keplero non abbandona l’idea che il moto
dei pianeti debba essere riferito al Sole, e non a un punto
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matematico .
Il cambio di prospettiva, come s’è detto, porta per le distanze
dei pianeti dal Sole a risultati che differiscono per una
percentuale poco significativa da quelli calcolati dal centro
dell’orbita terrestre, rispetto alla precisione dei dati a
disposizione; eppure il calcolo è decisamente più complesso,
tanto che Keplero non esita a richiedere l’aiuto del suo maestro,
Maestlin, il quale si sobbarca tutti i conti necessari. Non che
Keplero si fosse tirato indietro: dei suoi tentativi di ricavare
regolarità restano a Pulkovo novecento pagine zeppe di calcoli.
Nonostante tutti gli sforzi, le discrepanze rimangono, ma il
modello è talmente affascinante e i dati tanto poco attendibili
che Keplero decide di rimandare la sentenza definitiva
all’acquisizione di nuove e più precise misure, e presto vedremo
che ha già idea di dove trovarle.
Il modello dei solidi platonici dava ragione del numero dei
pianeti e, seppur in maniera approssimativa, delle loro distanze
dal Sole. Tuttavia il progetto iniziale del Mysterium non era
ancora completato. Restava una domanda inevasa: perché i
pianeti possiedono una determinata velocità, la quale oltretutto