Page 47 - Keplero. Una biografia scientifica
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singolarmente sia rispetto alle loro relazioni reciproche,
calcolando in particolare i rapporti che si ottengono tra i
parametri di due solidi costruiti l’uno circoscritto e l’altro
inscritto a una medesima sfera.
Ancora all’autorità di Euclide si richiama Keplero nel
Mysterium, ma non bisogna credere che lo studio di questa
particolare serie di solidi sia stato trascurato nei secoli
intermedi: l’interesse era anzi particolarmente vivo da parte dei
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matematici del Rinascimento , come testimonia per esempio il
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De divina proportione di Luca Pacioli . L’opera, terminata nel
1498, fu redatta inizialmente in sole tre copie manoscritte, una
delle quali è a tutt’oggi custodita presso la Biblioteca ambrosiana
di Milano. Fu il grande Leonardo da Vinci a illustrare il De
divina, ideando per la rappresentazione dei solidi platonici una
tecnica originale, che li immaginava costituiti soltanto dagli
spigoli solidi. I poliedri erano quindi privi di facce, e in questo
modo al lettore era permesso di «vedere attraverso» i solidi,
cogliendo appieno la tridimensionalità delle figure. Keplero
ammira l’innovazione leonardesca, e la fa propria sia nel
Mysterium sia nell’Harmonice mundi.
Il modello del Mysterium
Il primo libro di Keplero
Come possiamo leggere nell’Introduzione al Mysterium, il 19
luglio 1595 Keplero sta facendo lezione ai suoi pochi alunni del
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collegio di Graz . Vuole spiegare che cosa avverrà tra pochi
anni, quando la congiunzione «maggiore», cioè quella dei due
pianeti all’epoca più esterni, Giove e Saturno, tornerà nel