Page 52 - Keplero. Una biografia scientifica
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una analoga relazione tra le differenze dei diversi raggi. Ma, dal
momento che non emergeva nessuna relazione, Keplero aveva
iniziato a dubitare della direzione che avevano preso le proprie
indagini, arrivando alla conclusione che il linguaggio ideale con
cui confrontarsi non fosse quello dell’aritmetica, bensì quello
della geometria.
Ma come procedere per la scelta di questo modello? A questo
punto ci tornano utili le pagine precedenti, in quanto rendono
subito evidente quanto la struttura immaginata da Keplero, per
quanto oggi possa apparire del tutto assurda, sia invece ricca di
pregi e di risonanze intellettuali per uno scienziato di fine
Cinquecento. L’epoca in cui Keplero vive è caratterizzata dal
continuo uso di analogie; Retico, astronomo allievo di
Copernico, sostiene nella sua Narratio che il numero dei pianeti
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è sei perché sei è un numero sacro . Keplero, pur riconoscendo
l’importanza del numero sei, ci dice che questa non si può
considerare una esauriente spiegazione scientifica. Bisogna
innanzitutto cercare una teoria in cui vi siano delle cause fisiche
che portano ai fenomeni, e si avrà successo se si riuscirà a
inserire questa spiegazione in un armonioso modello, che
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selezioni a priori come numero dei pianeti il sacro numero sei .
La modernità di Keplero consiste quindi nel fatto che egli non
attribuisce più all’uso dei simboli un valore dimostrativo:
«Anch’io gioco coi simboli», ci dice, «ma gioco senza
dimenticare che sto giocando. Niente infatti si dimostra coi
simboli, niente che sia celato viene alla luce coi simboli
geometrici in filosofia naturale; cose già note sono
semplicemente adattate; a meno che non si dimostri con ragioni
certe che essi non sono soltanto simboli, ma descrizioni delle