Page 38 - Keplero. Una biografia scientifica
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che,  pur  appartenendo  alla  filosofia,  chiama  in  gioco

                necessariamente  discipline  quali  la  musica  e  l’astronomia.  Si

                tratta  del  tentativo,  di  cui  esistono  testimonianze  fin

                dall’Antichità,  di  cogliere  un’armonia  del  cosmo.  Il  primo  a

                stilare  una  rassegna  dei  modelli  cosmologici  «musicali»  degli
                antichi  era  stato  Aristotele  nel  IV  secolo  a.C.,  anche  se  le


                informazioni  relative  ai  sistemi  più  antichi  si  trovano  in
                Simplicio, il quale però, vissuto nel II secolo d.C., risulta assai

                meno attendibile. Già da queste prime testimonianze è possibile

                ricostruire  la  struttura  di  diversi  modelli  astronomici  in  cui

                l’armonia,  intesa  come  concordanza  musicale  espressa  da

                regolarità  matematiche,  è  elemento  chiave;  di  volta  in  volta  i

                parametri  chiamati  in  causa  sono  le  distanze  dei  pianeti  dal

                centro  del  cosmo,  piuttosto  che  la  loro  velocità  angolare  o  le
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                posizioni relative da essi assunte .

                   Nelle  sue  opere,  Keplero  richiama  più  volte  le  ipotesi

                elaborate  da  antichi  filosofi,  tra  cui  Anassimandro,  Platone,

                Eudosso di Cnido, Cicerone, Tolomeo. A titolo di esempio, si
                accenna al particolare sistema elaborato dai pitagorici, in quanto

                questo viene poi più volte citato come fondamentale dallo stesso

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                Keplero.  Tale  modello   pretendeva  di  ricavare  le  distanze  dei
                pianeti dall’ipotesi che esse dovessero manifestare proporzioni

                armoniche,  ovvero  quei  rapporti  numerici  semplici  che  si  era

                scoperto  caratterizzare  gli  intervalli  musicali  fondamentali

                (come 2:1, 3:2, 4:3). Si otteneva una successione di valori per cui

                i  pianeti  distavano  uno  dall’altro  di  una  delle  due  quantità

                fondamentali per la costruzione della scala: il tono e il semitono,

                così che il sistema solare, nelle sue distanze, presentava le stesse

                proporzioni  di  una  scala  musicale.  Possiamo  trovare  la
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