Page 35 - Keplero. Una biografia scientifica
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inscritto, ottengono valori che si approssimano a quello dell’area

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                del cerchio .  Lo  sforzo  conoscitivo  viene  quindi  rappresentato
                da  una  successione  di  poligoni  inscritti  nel  cerchio;  lo  stesso

                tentativo geometrico di «quadrare il cerchio» e perfezionare la

                conoscenza  del  numero  p  grazie  a  una  tecnica  introdotta  da

                Archimede,  che  sfrutta  proprio  una  successione  di  poligoni

                inscritti nel cerchio, richiama lo sforzo di colui che si arrampica
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                verso le irraggiungibili vette dell’esatta conoscenza .

                   Una  analogia  simile,  in  cui  la  sfera  diviene  simbolo  di
                irraggiungibile perfezione, viene utilizzata da Cusano anche in

                ambito  teologico.  In  questo  caso  Dio  è  immaginato  come  il

                centro di una sfera ideale, il cui volume è interamente occupato

                dallo  Spirito  Santo,  e  la  cui  superficie  rappresenta  Cristo.

                L’uomo è rappresentato come un raggio che unisce il centro alla

                superficie,  e  la  sua  anima  come  il  piano  individuato  dalla

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                rotazione di tale raggio lungo tutto un diametro . Ritroviamo la
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                stessa analogia nel Mysterium cosmographicum , ed è proprio
                in  questo  contesto  che  Keplero  chiama  «divino»  il  filosofo  di

                Kues.

                   Conoscere è quindi infinita approssimazione, operazione ben

                rappresentata dall’analogia geometrica. Ma qual è lo strumento

                con cui effettuare questa operazione? La risposta di Cusano è «il

                misurare»; secondo Cusano, difatti, mensurare deriva  da  mens
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                (mente) e la misura è la chiave stessa della conoscenza .

                   Si tratta di una misura che non è fine a se stessa, ma che va

                elaborata  per  permettere  la  costruzione  di  un  modello,
                utilizzando non più soltanto la logica, ma anche, e soprattutto, il

                linguaggio  della  geometria  e  dell’aritmetica,  della  musica  e

                dell’astronomia; e in questa elaborazione diviene fondamentale
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