Page 276 - Keplero. Una biografia scientifica
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dalla  convinzione  che  la  coincidenza  sia  in  se  stessa  un

                messaggio divino rivolto all’uomo, che in effetti è l’unico, dalla

                propria posizione di osservatore, ad avvertire i due eventi come

                correlati,  vedendoli  dalla  Terra  come  «nello  stesso  punto

                celeste». Ma Keplero scarta anche questa ipotesi, perché ritiene
                che  Dio,  tramite  i  profeti,  abbia  sempre  scelto  il  semplice

                linguaggio comune per rivelare la propria volontà, in modo da

                poter  raggiungere  ogni  sua  creatura  senza  bisogno  di

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                intermediazioni .
                   Eppure,  conclude,  se  si  esclude  l’interpretazione  teologica,

                bisogna affidarsi al caso. Keplero si è però preparato una sorta di

                via di fuga; e allora distingue dal caso cieco, che egli non riesce

                ad accettare, un caso che è espressione della sapienza divina, la

                quale  ha  forse  scelto  quella  coincidenza  per  permetterci  di

                indagare meglio il cielo. Nel corso delle pagine che dedica alle

                proprie  riflessioni  sulle  «teorie  del  caos»  e  sulla  mancanza  di

                senso  cui  poteva  condurre  una  loro  applicazione  estrema,

                Keplero  riporta  una  conversazione  avuta  con  la  moglie,  e  si
                rivolge così a un più ampio numero di lettori. Il tema è legato

                alla preparazione dell’insalata. Keplero chiede alla moglie se, a

                suo  parere,  ammesso  che  nel  cosmo  ruotino  per  un  tempo

                infinito  sale,  aceto,  olio,  uova  e  foglie  di  lattuga,  si  andrebbe

                prima o poi a preparare, per puro caso, una buona insalata. La

                moglie risponde semplicemente che sì, la cosa sarebbe possibile,

                ma  non  sarebbe  certo  avvenuta  con  l’ordine  e  il  decoro  che

                Keplero tanto apprezzava. Era la strenua ricerca di un profondo

                ordine  nel  cosmo  a  rendere  inaccettabile  a  Keplero  la  pura

                casualità.

                   In tempi assai più recenti, a partire dal 1930, di principio di
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