Page 268 - Keplero. Una biografia scientifica
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celesti che richiamavano i poligoni regolari, come quelle
studiate nella teoria degli aspetti, avessero una influenza speciale
sulla vita sublunare. Anche nel De stella nova, Keplero era
guidato dall’ideale di un’armonia che regola l’universo, la quale
si esprime nel linguaggio della musica e della geometria.
Le osservazioni del cielo
Le osservazioni astronomiche, poi spesso richiamate nel corso
del testo, entrano in scena all’inizio del primo Capitolo, a
sottolineare quello che Keplero considerava il punto di partenza
per qualunque avventura scientifica: la raccolta del maggior
numero possibile di dati osservativi. Le osservazioni effettuate
da Keplero sono confrontate con quelle registrate dai maggiori
astronomi europei, per quanto riguarda la forma, il colore, la
luminosità, le dimensioni della nova, come pure la sua visibilità
e la sua posizione in cielo. Secondo Keplero, la stella era
perfettamente rotonda e priva di coda; brillava come le altre
stelle, ovvero «presentava scintillazione», era multicolore e
appariva più grande di Giove. Accesasi il 10 ottobre 1604,
rimase poi invisibile dall’ottobre 1605 al febbraio 1606, in
quanto quella zona di cielo, in quel lasso di tempo, rimaneva
nascosta sotto l’orizzonte. Le osservazioni citate nel primo
Capitolo sono di tipo qualitativo; per leggere i dati sulle
posizioni celesti registrate da Keplero bisogna attendere fino al
Capitolo XII.
Si è detto che le argomentazioni di Keplero erano basate sui
dati sperimentali. A una prima lettura di De stella nova, però, si
potrebbe avere l’impressione che le osservazioni non fossero
così fondamentali: il Capitolo XII, intitolato Le osservazioni della