Page 255 - Keplero. Una biografia scientifica
P. 255

asserti, è quella di un moto diurno relativo tra il pianeta Terra e

                la sfera delle stelle fisse.

                   Il testo prosegue con un attacco diretto a Ursus. Tra le altre

                cose,  Keplero  gli  contesta  l’affermazione  che  le  ipotesi

                astronomiche  siano  semplicemente  degli  strumenti  utili  a
                organizzare  le  osservazioni  celesti.  Keplero  ritiene  che  le

                osservazioni  siano  indipendenti  dalla  rappresentazione  del

                mondo  scelta.  È  il  sistema,  piuttosto,  ad  arricchirsi  di  asserti

                ricavati dalle osservazioni. Il discorso si allarga, fino a toccare il

                tema  della  conoscenza  del  mondo  esterno.  In  ogni  conquista

                della conoscenza, egli scrive, succede che, a partire da ciò che

                colpisce i nostri sensi, siamo portati da moti della mente ad altre

                più  eccelse  conclusioni,  che  la  sensibilità  dei  nostri  sensi  non

                                 9
                può cogliere .
                   Keplero è convinto che lo studio della natura porti a cogliere

                nella realtà esterna una risonanza con idee a priori, idee che nel

                Capitolo 5 avevamo definito archetipi. Queste idee sono innate

                nell’uomo,  tanto  quanto  in  un  fiore  è  impresso  il  numero  dei
                suoi petali; in maniera anacronistica, si potrebbe dire che sono

                scritte nel nostro DNA. Si tratta di un concetto più volte ribadito

                da  Keplero,  sia  implicitamente,  quando  a  proposito  delle

                proprie intuizioni scientifiche utilizza il termine «risveglio», sia

                esplicitamente. Nell’Harmonice mundi, per esempio, si legge:



                   Perciò conoscere significa confrontare ciò che si percepisce esternamente
                   con le idee interne e giudicare della loro concordanza, un processo che

                   Proclo ha espresso mirabilmente con il termine «risvegliarsi», come da
                   un sonno. In effetti, come ciò che cade sotto i nostri sensi all’esterno ci
                   ricorda quel che già prima conoscevamo, così le esperienze sensoriali di

                   cui  siamo  coscienti  per  così  dire  risvegliano  le  facoltà  intellettuali  già
                   presenti  internamente,  sicché  ora  rifulge  realmente  nell’anima  ciò  che
   250   251   252   253   254   255   256   257   258   259   260