Page 249 - Keplero. Una biografia scientifica
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colto  dai  contemporanei  di  Keplero  come  un’arma  potente  di

                diffusione delle idee, tanto efficace quanto pericolosa. Keplero

                non si azzardò a pubblicare il Somnium in vita, ma nonostante

                ciò, come si è visto, la sua sola circolazione informale era costata

                all’autore e alla sua famiglia una lunga serie di disavventure.



                Apologia contra Ursum. Storia e filosofia della scienza




                Keplero stretto tra Tycho e Ursus



                La prima opera cui rivolgiamo il nostro interesse nasce da una
                capricciosa richiesta di Tycho Brahe al giovane Keplero, che in

                quel  momento  dipendeva  completamente,  dal  punto  di  vista

                economico, dall’astronomo danese.

                   Tycho era uno scienziato eccezionale, ma era caratterizzato da

                una  personalità  particolarmente  spigolosa,  per  cui  chi  lo

                frequentava rimaneva meravigliato dallo stridente contrasto tra

                la  professionalità  delle  sue  indagini  e  l’irrazionalità  del  suo

                temperamento. Lo stesso Keplero, in alcune note del Somnium,

                descrisse  i  due  aspetti  del  «personaggio»  Tycho.  Così,  per

                esempio, nelle note 22 e 25 si legge quanto segue: «Fu sempre

                costume  di  quest’autentico  uomo  di  scienza  ricercare,
                apprendere,  stilare  rapporti  di  gran  valore  su  ciò,  ripensarci

                spesso,  e  applicarli  ai  teoremi  della  fisica»,  e  anche:  «Era

                padrone  delle  sue  sostanze,  che  gli  erano  venute  in  copia  per

                eredità,  e  le  impiegava  largamente  negli  studi:  vincendo  ogni

                noia  e  perseguendo  assiduamente  imprese  comunemente

                ritenute  disperate:  ciò  che  è  dimostrato  dall’accuratissimo

                metodo  di  osservazione,  mediante  il  quale  combatté  con  gli

                stessi limiti della vista umana, e vinse». Ma nella successiva nota
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