Page 245 - Keplero. Una biografia scientifica
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ebbero  ora  l’occasione  di  incontrarsi  di  persona,  e  non

                passarono  molti  mesi  prima  che  Keplero  venisse  invitato  a

                risiedere  presso  Sagan,  a  spese  di  Wallenstein.  Keplero  non

                considerava  neppure  Sagan  un  porto  sicuro,  consapevole  di

                come la fortuna del proprio protettore fosse legata all’esito delle
                vicende  belliche.  Quella,  tuttavia,  era  la  migliore  delle  offerte

                disponibili e, dopo averla accettata, Keplero tornò a vagare per

                sistemare tutti gli affari ancora in sospeso. Si diresse dapprima

                verso Ratisbona, dove si fermò a salutare la famiglia, poi si volse

                verso  Linz,  per  rescindere  formalmente  il  proprio  incarico  di

                matematico.  Infine,  tornò  di  nuovo  a  Praga,  dove  già  lo

                attendeva la famiglia, e con essa si trasferì a Sagan nel luglio del

                1628.  A  dimostrazione  di  quanto  considerasse  poco  definitiva

                questa  sistemazione,  si  può  notare  come  avesse  lasciato  a

                Ratisbona libri, globi e strumenti, temporaneamente depositati

                presso  amici.  In  effetti,  anche  a  Sagan  arrivò  presto  la
                Controriforma  e  venne  richiesto  ai  cittadini  di  scegliere:

                convertirsi o lasciare la città. Keplero fu esentato dall’ultimatum,

                ma  rimase  pressoché  isolato.  Si  buttò  allora  a  capofitto  nel

                lavoro, pensando, prima di tutto, a realizzare in casa propria una

                stamperia, visto che in quella città non ve n’erano. Dei due anni

                di permanenza a Sagan, diciotto mesi furono dedicati ai viaggi

                per procurarsi il materiale con cui mettere in piedi la tipografia.

                Keplero, anche per ricavare un po’ di denaro, aveva intenzione

                di stampare le effemeridi degli anni 1621-1639, alle quali poteva

                aggiungere  anche  le  quotidiane  osservazioni  meteorologiche,

                che egli stesso aveva raccolto nel periodo compreso tra il 1621 e
                il  1629.  Fu  aiutato  da  un  allievo  dell’amico  Philip  Müller,  il

                giovane Jacob Bartsch, il quale si occupò di effettuare i calcoli
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