Page 243 - Keplero. Una biografia scientifica
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dove,  alcuni  anni  prima,  lo  stesso  Keplero  aveva  potuto

                osservare le macchie solari. In quella occasione, Filippo di Hesse

                e Keplero avevano utilizzato un lungo tubo senza lenti, ma con

                un piccolo foro che proiettava l’immagine del Sole su un foglio,

                in modo da poter scrutare l’astro senza rimanere accecati dalla

                sua  luce.  Seguendo  il  moto  delle  macchie  Keplero  aveva

                verificato  che  il  Sole  ruotava  su  se  stesso,  confermando  così
                l’ipotesi già azzardata nel Mysterium.

                   Il langravio Filippo comprese la precarietà della situazione e

                si dichiarò subito disponibile ad accogliere l’astronomo. Keplero

                lasciò Ulm, fermandosi per una prima tappa a Ratisbona, dove il

                29  novembre  del  1627  poté  dopo  tanti  mesi  riabbracciare  la

                propria  famiglia;  ma  già  il  29  dicembre  era  a  Praga,  dove

                avrebbe  voluto  stampare  un  trattatello  scritto  per  un  gesuita,

                Giovanni Terrentius, che dalle lontane missioni in Cina aveva

                chiesto notizie sulle ultime novità dell’astronomia.
                   A  Praga  la  corte  era  in  festa:  era  appena  arrivato  in  città,

                infatti,  il  prode  generale  Albrecht  Wallenstein,  colui  che  era

                riuscito vittoriosamente a ricacciare gli invasori danesi fuori dai

                confini  dell’Impero.  Keplero  si  recò  dall’imperatore  per

                presentare le Tavole e scoprì di essere ancora benvenuto a corte:

                l’incarico  di  matematico  imperiale,  contrariamente  a  quanto

                aveva immaginato, non era mai decaduto. In quella occasione

                egli parve non accorgersi delle profonde differenze tra la Praga

                di Rodolfo II, raccolta intorno alle Muse, e quella di Ferdinando,

                in  festa  per  un  eroe  guerriero.  Inoltre,  con  tipica  generosità

                imperiale,  gli  venne  immediatamente  promessa  una  grossa
                somma di denaro. In realtà più volte gli era stata assicurata una

                ingente ricompensa economica, ma raramente le casse imperiali
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