Page 238 - Keplero. Una biografia scientifica
P. 238
lettore, seduto davanti ad alcune cifre scritte sulla tavola a lume
di candela. Secondo alcune interpretazioni, a causa delle
difficoltà nell’acquisto della carta, Keplero sarebbe stato
costretto a fare i conti sulla tavola: forse con quell’immagine
intendeva alludere alla fatica sostenuta per farsi consegnare dalle
casse imperiali i soldi per la carta su cui stampare le Tavole
rudolfine.
Nelle Tavole si trovano le coordinate delle 777 stelle
catalogate da Tycho, numero poi elevato a 1005 da Keplero. Con
questi dati a disposizione era possibile calcolare le effemeridi,
ovvero le future o passate posizioni di un certo oggetto celeste in
una particolare data. Per secoli erano state diffusamente
utilizzate le Tavole alfonsine, redatte da una cinquantina di
astronomi arabi, ebrei e cristiani, e custodite dal re di Castiglia
Alfonso X. Queste Tavole erano state rese pubbliche nel 1252,
sotto la cura di Pietro Peregrino, e si basavano sul sistema
tolemaico. Nel 1551, Erasmo Reinhold aveva elaborato le Tavole
prutenicae, in cui si utilizzava il sistema copernicano. Le Tavole
di Reinhold, utilizzate ufficialmente dalla Commissione che nel
1582 aveva effettuato la riforma gregoriana del calendario, non
erano in realtà più precise delle precedenti, perché si basavano
ancora su orbite perfettamente circolari.