Page 167 - Keplero. Una biografia scientifica
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Capitolo 5
La terza legge e l’armonia celeste
Keplero ritiene compito fondamentale della ragione umana
rintracciare nel mondo delle forme ordinate, gli archetipi.
Questa convinzione riprende l’antica teoria dei segni, sorta nel
Medioevo e sviluppata, in tempi più vicini a Keplero, da
Agrippa von Nettesheim e da Paracelso. Nella dottrina dei segni,
esiste un profondo legame tra microcosmo e macrocosmo, e
ogni cosa cela un significato secondario, che si esprime, in
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maniera simbolica, attraverso la sua forma esteriore . Così, per
esempio, un oggetto sferico rimanda in maniera subliminale
all’essenza stessa della Trinità che, come si è visto prima nel
Capitolo 2, era rappresentata appunto come una sfera
tridimensionale. Gli archetipi sono come impronte, impresse
nella creazione da parte di un Dio che, nella concezione di
Keplero, si esprime con il linguaggio della geometria. «La
geometria è l’archetipo della bellezza del mondo», ripete più
volte Keplero. O ancora: «La geometria è coeterna alla mente
divina sin da prima della creazione. È Dio stesso (infatti, cosa c’è
in Dio che non sia Dio stesso?), e ha dato a Dio i modelli per la
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creazione dell’universo» . Anche nella ricerca di un modello
musicale, Keplero privilegia il linguaggio geometrico. La scelta
di uno stesso linguaggio, sia in ambito astronomico, sia in