Page 162 - Keplero. Una biografia scientifica
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fossero stati infine confrontati tra loro, fino a dare conferma
delle novità del Nuncius.
La Narratio uscì quell’anno anche a Firenze, acquistando
subito il ruolo di ulteriore testimonianza a favore delle scoperte
di Galilei. Ma le conseguenze scatenate in Keplero dalla lettura
del Nuncius non si erano esaurite. Nell’Introduzione del suo
libro, Galilei aveva dato una vaga spiegazione
dell’ingrandimento ottenuto con il telescopio, e Keplero si era
sentito chiamato a scrivere quello che, in seguito, venne
considerato il primo trattato di ottica moderna, ovvero il primo
libro scientifico in cui siano trattati sistematicamente, con il
metodo dell’ottica geometrica, i problemi legati alle lenti e ai
sistemi di lenti.
La Dioptrice
La Dioptrice, che prende il nome dal termine con cui già
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l’astronomo Geminus indicava l’osservazione effettuata con
l’ausilio di strumenti quali appunto la diottra, è la seconda
importante opera che Keplero dedica all’ottica. Fu scritta tra
l’agosto e il settembre del 1610, e stampata nel 1611.
Particolarmente significativo è lo spazio concesso nel volume al
funzionamento delle lenti. Bisogna infatti ricordare che,
all’inizio del Seicento, appariva quasi disdicevole che un filosofo
naturale, tenuto a indagare i fenomeni della realtà, volesse
spiegare il funzionamento delle lenti. Gli specchi o le sfere
suscitavano interesse scientifico, perché si rifacevano a figure
perfette. Ma che aiuto poteva offrire invece, a un razionale
ricercatore, un oggetto come la lente, di forma ibrida e con la
ben nota caratteristica di deformare l’immagine del mondo? Ci