Page 161 - Keplero. Una biografia scientifica
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l’appoggio di un astronomo come Keplero. A una lettera scritta

                a  Salviati  il  22  aprile  1611,  aveva  allegato  quanto  Keplero  gli

                aveva  scritto  riguardo  a  Francesco  Sizzi,  ove  si  diceva  che:

                «Questi,  rifiutando  il  confronto  con  il  mondo  sensibile,

                rifiutando  di  vedere  egli  stesso  o  di  credere  agli  esperti,  si

                aggirava come un peripatetico in un mondo di carta. […] Ma

                queste»,       –      commentava            Keplero        –     «son       meschine
                argomentazioni puerili […] che fanno dormire». E ancora: «Ma

                poiché i suoi commenti vanno contro la verità degli occhi, certo

                tutti  si  chiederanno  se  non  sia  impazzito»  e  «visto  che  non  si

                può  imputare  queste  opere  a  una  malattia  mentale,  o

                all’ignoranza o alla rozzezza d’animo», è come se queste persone

                fossero «ferme, immobili nel fango».

                   Se dunque Galilei teneva veramente all’appoggio di Keplero,

                appare  un  po’  strana  la  sua  indifferenza  di  fronte  alle  sue

                pressanti  richieste  di  un  cannocchiale.  In  ogni  caso,  Keplero
                ebbe  finalmente  l’occasione  di  poter  controllare  di  persona  le

                scoperte di Galileo grazie al principe elettore Ernst di Colonia,

                duca di Baviera. Questi si trovava a Praga con altri prìncipi per

                discutere delle divergenze tra l’imperatore Rodolfo II e il fratello

                Mattia,  che  di  lì  a  poco  avrebbero  portato  alla  guerra  dei

                Trent’anni. Il duca di Baviera aveva con sé un buono strumento,

                che prestò per alcuni giorni a Keplero. L’astronomo lo utilizzò

                per osservare il cielo nelle sere comprese tra il 30 agosto e il 9

                settembre  1611.  Su  quelle  notti,  l’11  settembre  stese  una

                relazione  che  prese  il  nome  di  Narratio  de  Jovis  satellibus.  In

                essa  si  narra  di  come  ciascuna  delle  persone  presenti  alle
                osservazioni  guidate  da  Keplero  avesse  segnato  su  una  tavola

                con un gessetto quanto aveva visto, e di come i diversi resoconti
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