Page 59 - Keplero. Il cosmo come armonia di movimenti
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Le opere, i manoscritti e le lettere vengono semplicemente trascritti nella loro versione
originale, spesso il latino, andando ad occupare otto voluminosi tomi. Nel 1934
l’Accademia bavarese delle scienze di Monaco affida allo storico dell’astronomia Max
Caspar una nuova edizione completa delle opere, questa volta tradotta in una lingua
moderna, il tedesco. Nascono così le prime traduzioni e, grazie alla passione di Caspar,
la prima importante biografia dello scienziato, basata sulla profonda conoscenza diretta
degli scritti di Keplero.
Si ricomincia a leggere il pensiero dello scienziato e alcune personalità di spicco
del Novecento ne restano profondamente colpite. È il caso del fisico Wolfgang Pauli e
dello psicoanalista Carl Gustav Jung, che sono affascinati da un lato dalle riflessioni di
Keplero sui concetti di casualità e caso, dall’altro dalle sue pagine dedicate al concetto
di archetipo. Nel 1952 pubblicano il volume L’interpretazione della natura e della
psiche, un saggio che contiene i due contributi Sincronicità come principio di nessi
acausali di Jung e L’influsso delle immagini archetipiche sulla formazione delle
teorie scientifiche di Keplero di Pauli [in Italia i due saggi sono pubblicati
separatamente, vedi la bibliografia in fondo al volume – ndr].
Anche l’intreccio tra scienza e musica trova una grande risonanza nel Novecento e
l’opera di Keplero ispira alcuni grandi compositori. Tra i più famosi, il tedesco Paul
Hindemith dedica alla ricerca di Keplero l’opera in cinque atti L’armonia del mondo,
dirigendone egli stesso la prima a Monaco nel 1957, mentre l’americano Philip Glass
compone l’opera Kepler, che debutta a Linz nel 2009, Anno internazionale
dell’astronomia.
Il sogno di Keplero è stato quello di individuare un modello che mostrasse
l’armonia dei cieli, giustificasse numero, posizione e velocità dei pianeti, e
individuasse nel Sole la causa fisica del moto dei pianeti. Forse dovremmo riflettere sul
fatto che, mentre oggi fatichiamo ad accettare un’armonia dei cieli e ci paiono non
scientifiche le questioni sul numero e le velocità dei pianeti, ai contemporanei di
Keplero sembrasse piuttosto assurdo il fatto che si volesse trovare una causa fisica al
movimento dei pianeti.
Al di là delle riserve, le sue leggi sono valide allora come oggi. E Keplero non
sembra affatto preoccupato dalle nostre difficoltà, se nell’Armonia del mondo scrive:
“POSSO BEN ASPETTARE CENTO ANNI UN LETTORE CHE COMPRENDA
CIÒ CHE HO SCOPERTO, SE DIO HA ATTESO PER SEIMILA ANNI
QUALCUNO CHE SAPESSE MEDITARE LA SUA CREAZIONE. ”
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1 G. Keplero, Armonia del mondo tradotto in A.M. Lombardi, Keplero. Una biografia scientifica
cit.