Page 86 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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poiché il giorno prima era a occidente di due di esse. Allo stesso modo,
temetti che forse esso non avesse moto diretto, diversamente dal computo
astronomico, e che a causa del proprio moto avesse preceduto quelle stelle.
Per questa ragione, con un grandissimo desiderio aspettai la notte seguente,
ma fui frustrato nella speranza, perché il cielo era ovunque coperto da nubi.
Ma il giorno 10, le stelle apparvero in una tale posizione rispetto a Giove:
Ce n’erano solo due ed entrambe a oriente, la terza – come pensavo – era
nascosta sotto Giove. Erano, come prima, sulla medesima retta insieme a
Giove e collocate esattamente lungo la linea dello Zodiaco. Dopo aver visto
tali cose e compreso che simili mutamenti di posizione non potessero essere
attribuiti a Giove per nessuna ragione e inoltre, avendo riconosciuto che le
stelle osservate erano sempre le stesse (infatti, non ce n’era più nessuna o che
precedeva o che seguiva a grande distanza secondo la linea dello Zodiaco),
cambiando ormai la perplessità in stupore, appurai che l’apparente
cambiamento reciproco non era da addebitare a Giove, ma alle stelle appena
scoperte. Di conseguenza, decisi che da lì in poi avrei fatto osservazioni con
maggior attenzione e cautela.
Dunque, il giorno 11 vidi una configurazione fatta proprio in tal modo:
C’erano cioè solo due stelle a oriente, la cui intermedia distava da Giove il
triplo di quanto distasse dalla più orientale. La più orientale era quasi due
volte più grande dell’altra, anche se nella notte precedente erano sembrate
press’a poco uguali. Stabilito questo, fu da me decretato fuori da ogni dubbio
che nel cielo c’erano tre stelle in moto intorno a Giove, alla guisa di Venere e
di Mercurio intorno al Sole. Il che divenne alla fine più chiaro della luce di
mezzogiorno nelle altre numerose osservazioni successive, insieme al fatto
che gli astri vaganti che completavano le proprie rotazioni intorno a Giove
erano non solo tre ma quattro. La successiva narrazione fornirà i loro
movimenti, osservati in seguito con più precisione. Grazie all’occhiale,
misurai anche le loro distanze con il metodo prima esposto. 148 Inoltre,