Page 69 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Ma Galileo, a differenza di Archimede, non si fermò qui: con
un’ispirazione tanto pratica quanto musicale, mostrò come
misurare con precisione le distanze in questione. Si avvolga un
paio di volte un filo di acciaio molto sottile attorno ai punti E, F
e G, e si riempiano gli spazi che li dividono con spire di filo di
ottone molto sottile, avvolto strettamente. Le distanze GF e GE
possono essere determinate contando i giri di filo metallico,
cosa che si può fare nel modo migliore facendo scorrere lungo
di esse uno stiletto affilato, cosí da tenere accuratamente il
conto, sia al tatto sia all’udito. Ma si faccia attenzione (ammoní
Galileo), quando si interpretano i risultati, al fatto che l’ordine è
inverso a quello che ci si aspetta: la distanza di G dal punto F, in
cui è appeso l’argento, indica il contenuto d’oro; quella da G al
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punto E, in cui è appeso l’oro, il contenuto di argento . Una
relazione inversa del tutto analoga era alla base dei teoremi su
cui si fondò la prima reputazione di Galileo come matematico.
Nel proprio trattato sui galleggianti Archimede affermò che
il centro di gravità di una figura generata dalla rotazione di una
sezione parabolica attorno al proprio asse giace a un terzo della
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distanza tra la base e il vertice . Non ne diede alcuna
dimostrazione, forse perché pensò fosse troppo semplice per
preoccuparsene. Ma non la pensava cosí Federico Commandino
da Urbino, maestro di Del Monte e curatore delle opere di
Archimede: «[si tratta di] una materia molto difficile e molto
oscura». Nessuno aveva mai dimostrato alcunché circa i centri
di gravità dei corpi solidi, per quanto ne sapesse. «A meno che