Page 68 - Galileo. Scienziato e umanista.
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nell’immergere gli oggetti in un contenitore pieno d’acqua e nel
                misurare  la  quantità  di  liquido  che  ognuno  degli  oggetti

                spostava. Poi, pesando i due campioni all’asciutto, otteneva le

                informazioni di cui aveva bisogno per dedurre le loro densità.
                Quella  della  corona  si  rivelò  essere  intermedia  fra  quella

                dell’oro  e  quella  dell’argento:  in  questo  modo,  il  matematico
                                                                        18
                pulito riuscí a scoprire il sudicio falsario .
                    Galileo giudicò questo metodo poco adatto alla dignità della
                geometria  greca.  Stando  al  nostro  storico  della  scienza

                revisionista, Archimede fece ricorso a una speciale bilancia con
                cui pesò i campioni, prima all’asciutto e poi immersi nell’acqua.

                Nessun  bisogno  di  nudità  o  di  asciugare  liquidi  in  eccesso.
                Galileo  progettò  la  strumentazione  necessaria  (una  piccola

                bilancia,  una  bilancetta)  che  «crederò  io  esser  l’istesso  che
                usasse  Archimede,  atteso  che,  oltre  all’esser  esattissimo,

                depende  ancora  da  dimostrazioni  ritrovate  dal  medesimo
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                Archimede» . Nella figura 2.3 l’oggetto h, che si sta studiando,
                è  appeso  in  B  e  un  contrappeso  d  in  A.  All’asciutto  essi  si
                trovano in equilibrio attorno al centro C del braccio AB della

                bilancia.  Immergiamo  ora  h  in  acqua:  in  base  al  teorema  di
                Archimede,  perderà  una  parte  del  proprio  peso  pari  al  peso

                dell’acqua  spostata.  Per  ristabilire  l’equilibrio,  d  deve  essere

                spostato verso C, poniamo fino a E; quindi W:w = CA:AE, dove
                W  è  il  peso  di  h  e  di  d  all’asciutto,  e  w  è  il  peso  dell’acqua
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                spostata . Questo risolve il problema, dato che, posto δ(acqua)
                = 1, δ(h) = W:w = CA:AE. Poniamo che pesi di argento e d’oro

                pari al peso della corona all’asciutto occupino successivamente
                il posto di h, e poniamo che le posizioni di equilibrio di d siano

                E  per  l’oro,  F  per  l’argento  e  G  per  la  corona:  allora  la
                proporzione di oro e argento, nel peso, è pari al rapporto tra GF

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                e GE .


                Figura 2.3.
                Schema della bilancetta di Galileo.
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