Page 67 - Galileo. Scienziato e umanista.
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avrebbe  applicato  a  proprio  beneficio;  inoltre,  ancora  come
                Benivieni,  Galileo  non  avrebbe  lasciato  ai  propri  lettori  altra

                alternativa  se  non  quella  di  accettare  l’invenzione.  Benivieni:
                «se non fussi come tu di’, e’ sarebbe quasi impossibile che ogni

                cosa  quadrassi  cosí  bene».  Manetti:  è  tutto  dimostrato  per
                «commutata proportione». E poi, con Manetti fuori scena: «che

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                ci è piú da dire?» . Forse questo: quando gli venne chiesto di
                assegnare posti precisi a certi peccatori, Manetti si tirò indietro:
                «la  mia  falce  non  si  extende  a  coteste  biade».  Benivieni
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                riconobbe  che  il  compito  non  si  addice  a  un  matematico .
                L’argomentazione  matematica,  seguita  decisamente  per  i  suoi

                meriti, può ostacolare considerazioni di altro tipo, quali quelle
                dettate dalla prudenza e dalla tolleranza. Dante si preoccupa di

                numeri esatti soltanto quando descrive i fraudolenti e i traditori.
                Galileo non imparò la lezione: sarebbe stato distrutto per aver

                spinto la retorica e l’applicazione della matematica oltre i limiti
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                posti dalla prudenza, e in una maniera non scevra da inganno .



                    2. Esercizi di baricentro.



                    Galileo  lanciò  la  propria  carriera  di  matematico  grazie  ad
                alcune  dimostrazioni  nella  lingua  di  Archimede  e  a  uno

                strumento  per  mettere  in  pratica  il  ragionamento  che  il
                matematico  di  Siracusa  aveva  iniziato  a  sviluppare  nella  sua

                vasca  da  bagno.  Come  Galileo  aveva  appreso  da  Vitruvio,

                attraverso Buonamici, Archimede aveva risolto in via teorica e
                senza  tecniche  invasive  un  problema  regio  con  applicazioni
                plebee:  una  corona  descritta  come  di  oro  puro  conteneva,  in

                realtà, una grande quantità di argento? Archimede si basò sulla

                differente densità dei due metalli: dato che la densità (δ) è peso
                (W) diviso volume (V), aveva bisogno di un modo per misurare

                il volume della corona e quello di campioni dei metalli allo stato
                puro.  Il  suo  metodo,  ispirato  da  un  bagno  che  aveva  fatto

                traboccare  l’acqua  al  di  fuori  della  vasca,  consisteva
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