Page 243 - Galileo. Scienziato e umanista.
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meno brillanti che possiamo osservare a occhio nudo e
l’interpretazione dell’aspetto maculato della Luna come una
caratteristica che la rendeva simile alla Terra erano state
saggiate dagli antichi. Galileo non si precipitò a pubblicare i
propri ritratti della Luna o le notizie circa le stelle. Sperava di
osservare cose che prima di lui non erano state neppure pensate.
1.3. Stelle medicee.
Molto al di sopra di queste preoccupazioni terrestri, nelle
serate frizzanti delle feste natalizie, un Giove ascendente riversò
i propri raggi su Padova. Il fato aveva posto il pianeta in quella
posizione, seducentemente brillante e vicina, che si prestava
ottimamente a una comoda osservazione al telescopio. Portava
presagi di un futuro brillante per l’astronomia, anche se il suo
avvicinarsi al punto di minima distanza dalla Terra gli conferiva
un moto retrogrado, un accenno al fatto che per il primo
astronomo che ne avesse svelato i segreti il futuro non sarebbe
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stato privo di nubi .
Qualche tempo prima del 7 gennaio 1610, quando Galileo
parlò delle proprie scoperte lunari ad Antonio de’ Medici, egli
notò che attraverso il proprio telescopio a 20x Giove si era
allineato, lungo l’eclittica, con tre stelline. La prima
osservazione di questo stupefacente allineamento, che
comprendeva forse soltanto due stelline, sembra abbia avuto
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luogo nel monastero di Sarpi a Venezia . Agostino da Mula, un
patrizio veneziano vecchio amico di Galileo e studioso
entusiasta della luce e della visione, ne rivendicò l’onore. Cosí
almeno leggiamo in un resoconto di un altro membro del gruppo
di Sarpi, Giovanni Camillo Glorioso (tav. 8), che avrebbe preso
il posto di Galileo a Padova a dispetto dell’algebrista preferito
da Sarpi. Glorioso sospettò che Galileo avesse bloccato le prime
occasioni che aveva avuto, e dando spazio al risentimento e alla
gelosia nei suoi confronti sostenne che Galileo aveva preso le
stelline da Mula cosí come aveva preso il telescopio dagli