Page 242 - Galileo. Scienziato e umanista.
P. 242
padrona», e avrebbe sottratto tre o quattro «vetri» per occhiali
dal magazzino di Galileo. Giulia sapeva esattamente che cosa
voleva: «non quelli dalla vista corta e incavati […] ma di quelli
piani che vanno di sotto al cannone, cioè quelli che sono in
fondo, e che quando si guarda dalla parte loro, si vede le cose
lontanissime». Sembra quindi che lei avesse seguito le sorti del
telescopio senza capire che il segreto stava nella combinazione
delle lenti: «non vi sarà difficile il pigliarne 2 o 3 o 4, e metterli
in fondo di uno scatolino, empiendo il resto di pillore di
Acquapendente, di quelle che portai io qua». Giulia destinava le
lenti rubate a Landucci: «ve ne prego caldamente, poi che
Galileo è tanto ingrato a uno che li à fatto e fa continovamente
tante carezze alle cose sue» – quando non è impegnato a fargli
48
causa . Ma la spia di Giulia non l’aveva informata che Galileo
aveva chiesto a Cristina un posto modesto per Landucci, e a
Vinta di aiutarlo a ripagare un prestito fatto da Piersanti, che in
quel momento era gravemente malato, incapace di lavorare e
dipendeva dalla carità di Galileo. Naturalmente Piersanti passò
49
le lettere di Giulia al proprio datore di lavoro .
Se Galileo avesse fatto un bilancio delle cose positive
occorse durante il periodo natalizio del 1609, avrebbe dovuto
distinguere tra l’insoddisfazione e l’incertezza della sua vita
privata, la soddisfazione per aver confermato il paesaggio
lunare descritto da Ariosto e l’aver scoperto miriadi di nuove
stelle. Quella manipolatrice di sua madre e la sua amante, ormai
di una certa età, erano alle armi corte; le sue figlie, ancora
preadolescenti, avevano bisogno della sua attenzione;
l’intervento di Sarpi lo aveva bloccato con un lavoro a tempo
indeterminato a Venezia mentre lui cercava disperatamente un
posto a Firenze; suo fratello Sagredo, ancora all’estero come
console della Repubblica ad Aleppo, non poteva offrirgli né
conforto né consiglio. Sebbene le scoperte di Galileo fossero
notevoli, non recisero i legami di Galileo con le speculazioni
degli anni precedenti. L’esistenza di stelle meno brillanti delle