Page 239 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Nella loro versione a stampa, le rappresentazioni di Galileo
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                quasi  si  trasformano  da  ritratti  a  caricature .  Il  gigantesco
                cratere tagliato dal terminatore a un quarto del diametro della
                Luna, nella figura 5.2, sarebbe abbastanza grande – se esistesse

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                – da essere osservato a occhio nudo . Galileo lo paragonò, per
                dimensioni, alla Boemia, la cui rappresentazione, nell’Atlante di
                Ortelio, allora comunemente usato, può aver ispirato l’incisione
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                del grande cratere . Anche le piccole macchie di luce sul lato
                oscuro  della  superficie  lunare  e  i  punti  luminosi  sul  lato

                illuminato  indicavano  strutture  di  grandi  dimensioni:  come
                spiegò  Galileo,  rappresentavano  le  sommità  illuminate  delle

                montagne  e  le  ombre  delle  pareti  dei  crateri;  da  queste
                indicazioni egli dedusse le dimensioni colossali degli elementi

                che caratterizzavano la superficie della Luna. Nelle circostanze
                notevolmente favorevoli rappresentate nella figura 5.3, la cima

                di una grossa montagna AD sul margine della Luna è appena
                sfiorata dal raggio di Sole GCD; per il resto, in tutto l’emisfero

                CAF domina la notte. Galileo stimò che CA, o il segmento CD
                che la approssima, fosse un ventesimo del diametro della Luna,

                e  che  CF  fosse  pari  circa  a  2000  miglia;  utilizzò  quindi  il

                teorema  di  Pitagora,  ricavando  un’altezza  per  la  montagna  di
                circa  5  miglia.  «[R]esta  pertanto  manifesto  che  le  elevazioni
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                lunari sono piú alte di quelle terrestri» .
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