Page 241 - Galileo. Scienziato e umanista.
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stelle prima invisibili, o confuse insieme. La Via Lattea non era
                il prodotto di una complessa esalazione terrestre, come voleva

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                Aristotele,  ma  una  congerie  di  stelle .  L’eccitazione  della
                scoperta  portò  Galileo  a  prolungare  l’osservazione  per  buona

                parte della notte, contrariamente a quanto era solito fare, nella
                gelida  aria  di  dicembre,  strizzando  gli  occhi  per  osservare

                attraverso  le  sue  lenti  imperfette  chiazze  di  cielo  quasi

                completamente imperscrutabili a occhio nudo. Con uno dei suoi
                strumenti a 30x, lui e il suo gruppo – Sarpi, Micanzio e altri –

                riuscirono a vedere «solamente circa un centesimo della Luna
                alla  volta,  ma  di  tanta  grandezza  di  quanta  con  quel  primo

                [telescopio] si vedeva tutta essa, le cavità sono tanto cospicue e
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                cosí  esattamente  viste,  ch’è  stupore» .  Galileo  comprese
                l’importanza  di  ciò  che  aveva  visto,  e  ne  fu  grato:  «cosí
                infinitamente rendo grazie a Dio, che si sia compiaciuto di far

                me  solo  [!]  primo  osservatore  di  cosa  ammiranda  et  tenuta  a
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                tutti i secoli occulta» .
                    Il passaggio dalle sbirciatine a 10x allo studio della Luna a
                20x si ebbe soltanto quando la lunatica madre di Galileo ebbe

                concluso la propria visita a Padova. La sua partenza può aver
                liberato  le  energie  creative  del  figlio  come  certamente  ne

                rinvigorí lo spirito: «non mancate di scrivermi, – scrisse Giulia,

                – et empiere un foglio di tutti i contenti, delizie che passano e
                causate per la mia partita». Il destinatario di questa direttiva era

                Alessandro Piersanti, il servitore di Galileo, che Giulia cercava
                di ingaggiare come agente confidenziale. Aveva buone ragioni

                per  voler  conoscere  che  piani  avesse  Galileo  per  sua  nipote
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                Virginia,  che  portò  con  lei  a  Firenze .  Ma  voleva  anche  che
                Piersanti rubasse e facesse la spia: mise a disposizione una via
                sicura per la corrispondenza e sigillò il patto firmandosi con le

                minacciose  parole,  «Vostra  Affezionatissima  quanto  madre».
                Piersanti avrebbe riportato che cosa succedeva a casa di Galileo,

                si  sarebbe  assicurato  che  alcuni  capi  di  biancheria  che  Giulia
                aveva comprato non finissero nelle mani «della signora vostra
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