Page 238 - Galileo. Scienziato e umanista.
P. 238
per l’osservazione della Luna guardandone la carta tracciata dal
matematico inglese Thomas Harriot poco prima che Galileo
puntasse il proprio telescopio su quelle che interpretò come sue
montagne. In quanto matematico puro e applicato insieme,
Harriot era superiore a Galileo: se avesse pubblicato le proprie
scoperte e teorie anziché lasciarle sparpagliate in 10 000 pagine
manoscritte, avrebbe fatto ammattire Galileo, poiché anticipò
molta della sua meccanica, comprese le traiettorie paraboliche,
ed esplorò i cieli con un successo almeno pari a quello di
Galileo. Con strumenti a 6x e forse anche a 10x Harriot vide
abbastanza della Luna per disegnarne una mappa secondo lo
stile degli agrimensori: un oggetto scarno, senza alcuna traccia
di paesaggio (fig. 5.1a). Uno dei suoi collaboratori, sir William
Lower, compiendo le osservazioni indipendentemente, osservò
che il terminatore sembrava come una linea costiera e che la
Luna piena aveva l’aspetto di un polpettone; nessuno di loro
38
riconobbe nelle sbavature scure le ombre dei crateri . Dopo
aver letto la descrizione galileiana della Luna, Harriot la osservò
nuovamente e disegnò un grande cratere lungo il terminatore
(fig. 5.1b): probabilmente gli strumenti attraverso i quali vide
per la prima volta la Luna gli rivelarono dettagli piú evocativi di
39
quelli che aveva inizialmente registrato . Nelle sue successive
osservazioni lunari utilizzò un telescopio a 30x che lui stesso
aveva costruito insieme ad alcuni amici. La trasformazione di
un dispositivo olandese in un potente strumento d’osservazione
in grado di rilevare delle novità in cielo non aveva bisogno di un
Galileo – la sua unica forza sta nell’interpretazione di ciò che
vide.
Figura 5.1.
La Luna di un agrimensore: i disegni di Harriot prima (5.1a) e dopo (5.1b) aver visto il
Sidereus Nuncius di Galileo. Da Bredekamp (2007), figg. 214 e 215.