Page 15 - Galileo. Scienziato e umanista.
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dei paladini del suo poema preferito, l’Orlando furioso di
Ariosto. Questo cambiamento nel suo modo di comportarsi, che
gli conquistò una sempre piú numerosa schiera di nemici, rese
comprensibile e perfino inevitabile il suo disastroso scontro con
un papa che per molti anni era stato suo amico e ammiratore.
Restituire a Galileo gli anni della giovinezza trascorsi a Pisa e a
Firenze, quelli della maturità a Padova, e quelli della sua
megalomaniaca mezza età presso la Corte dei Medici non
soltanto dà alla sua storia quello che lui avrebbe chiamato
momento, ma aiuta anche a fissare il suo ruolo di eroe della
Rivoluzione scientifica. Egli fu un grande uomo nel senso che
cambiò il mondo in modi che altri non riuscirono a fare – non
inventando l’astronomia telescopica o scoprendo alcuni principî
del moto, ma richiamando, grazie al proprio speciale
linguaggio, l’attenzione dei contemporanei su alcuni problemi
fondamentali della cultura del proprio tempo, evidenziandone in
modo cosí evidente le contraddizioni da non consentire che
venissero ignorate o risolte entro quello stesso modo di pensare.
Galileo visse 78 anni, molti dei quali nell’occhio di un
ciclone. Ebbe amici, nemici e corrispondenti di tutti i tipi:
matematici, filosofi, letterati, burocrati, principi, cardinali, oltre
ai protagonisti dei poemi eroici che egli conosceva quasi a
memoria. I personaggi minori si dimenticano facilmente: una
tavola genealogica della famiglia Galilei e un glossario della
maggior parte delle persone citate nel testo, con l’eccezione di
nomi familiari quali Einstein e Dio, ma comprendente i
protagonisti dei poemi di Ariosto e di Tasso, seguono il capitolo
VIII.
La matematica di Galileo si spinge raramente oltre la
geometria piana e le regole delle proporzioni, e la maggior parte
degli scritti di fisica e di astronomia da lui pubblicati rimasero
al livello della scienza divulgata ai suoi tempi. Né la sua
geometria né la sua scienza dovrebbero costituire una sfida
tecnica per la persona colta ma profana. Al contrario: l’ostacolo