Page 145 - Galileo. Scienziato e umanista.
P. 145
credendolo una donna; Cassandro, angosciato per
l’allontanamento di Orazio, decide di risposarsi; e ovviamente
sceglie Fiammetta per moglie. Al suo rifiuto, Cassandro prega
la propria serva – che altri non è che il figlio Orazio – di aiutarlo
a convincerla. Ciò porta a piacevoli complicazioni che possiamo
solo immaginare, dato che Galileo non le descrive. Alla fine
Frosino, condotto alla follia dagli inesplicabili rifiuti della
propria serva, si butta nel letto di lei, o meglio di lui. A questo
punto Orazio si rivela, con enorme disappunto di Frosino, e
94
sposa Fiammetta .
Nello sviluppare questa banale trama durante gli anni del suo
incarico a Padova, Galileo la complicò al punto che nemmeno
lui riuscí a districare il suo eroe Ulivetta (come ribattezzò
Orazio, travestito da donna) dalla rete che aveva costruito. A un
certo punto Ulivetta ha due servitori come amanti, a entrambi i
quali si promette, cercando allo stesso tempo di evitare le
attenzioni dell’innamorato Frosino (ora Tufano); e
contemporaneamente ha l’incarico di organizzare due
matrimoni, uno dei quali tra suo padre e la sua amante Diana,
precedentemente Fiammetta. La trama si sfalda a piú di un atto
95
dalla fine . Un critico moderno ritiene che se fosse stata
completata la commedia sarebbe stata leggera ma piacevole, un
altro che essa non contenga nulla, e che nelle «gioviali e assai
licenziose pagine di quest’abbozzo nulla emerge, nemmeno in
potenza, di quella figurazione ideale del vero, umano e storico,
per la quale una commedia addiviene e rimane una grande opera
96
d’arte» .
Galileo può aver avuto da Della Porta l’ispirazione a rivedere
e a elaborare ulteriormente il suo dramma pisano; questi era
infatti conosciuto per le sue commedie tanto quanto lo era per i
suoi trucchi. Si incontrarono all’inizio del 1593; e se dobbiamo
credere a quel genio mezzo matto di Campanella, erano presenti
anche lui e Sarpi. Questo formidabile quartetto aveva in comune
una disposizione verso il libero pensiero e il fatto di essere tutti