Page 103 - Galileo. Scienziato e umanista.
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diavoli sul palco intonavano un pianto funebre, con parole di
Bardi, lamentando il fatto che i loro affari avrebbero subito un
calo deciso durante il nobile regno di Ferdinando e di Cristina.
Alla fine l’intera scena, con diavoli e tutto, svaniva in una
nuvola di fuoco e di fumo. «Lo scopo degli intermezzi, – diceva
Strozzi, – è di stupire ogni spettatore con la loro grandiosità». È
rimasta ancora un’incisione dell’allestimento di Buontalenti: si
basava sulle indicazioni di Benivieni e di Manetti con qualche
consiglio, possiamo presumere, dell’esperto locale di cartografia
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infernale .
Galileo potrebbe aver contribuito agli sfarzosi allestimenti
nuziali anche in molti altri modi. Nessun artista fiorentino era
disoccupato durante i preparativi del matrimonio, e nessun
musicista lo era durante il suo svolgimento. Il personale di
Ferdinando dovette passare al setaccio le campagne alla ricerca
di monaci in grado di cantare e di gentiluomini che potessero
suonare. Galileo era un esperto suonatore di liuto; faceva anche
parte di quei «giovani nobili» sollecitati a partecipare alla
cerimonia in qualità di comparse, per portare il parasole che
proteggeva Cristina e il suo seguito lungo le strade, per prendere
parte alla giostra organizzata di fronte alla chiesa di Santa
Croce, o per scontrarsi nella battaglia navale a 18 galere
combattuta nel bacino artificiale approntato nel cortile di
Palazzo Pitti. Il caloroso invito a partecipare era stato rinforzato
dalla minaccia di una multa in caso di assenza non giustificata
da un certificato medico 100 .
La mattina del 30 aprile del 1589, Domenica delle Palme,
una folla proveniente fin da Roma e Venezia riempí le strade
per assistere alla processione di Cristina verso il Duomo, che
splendeva alla luce di 38 000 candele. Durante la cerimonia una
nube colma di musici angelici discese dalla cupola, i cui
affreschi erano stati poco prima completati da Cigoli, Zuccari e
altri, per posarsi di fronte alla sposa meravigliata 101 . Tutta
Firenze partecipò quindi al banchetto: Galileo e la propria