Page 48 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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Poiché la divina benignità ci ha concesso in Tycho Brahe
un osservatore diligentissimo, è giusto che noi accettiamo
con gratitudine questo beneficio di Dio e ne traiamo profitto.
Dobbiamo cioè fare in modo di scoprire finalmente la vera
struttura dei moti celesti.
Il suo primo passo verso questa scoperta fu un
gioco di prestigio che gli permise di appoggiarsi a
Marte per studiare dall’esterno la Terra. Più
precisamente, Keplero partì da un’osservazione di
Tycho effettuata quando Marte era in opposizione al
Sole rispetto alla Terra, e ne usò altre tre a distanza
di un anno marziano (di 687 giorni) ciascuna.
Ottenne così tre triangoli con due vertici fissi (le
posizioni periodiche di Marte e del Sole) e un terzo
vertice variabile (la posizione non periodica della
Terra): conoscendo un lato e gli angoli di ciascun
triangolo Keplero poté dedurre le posizioni dei tre
vertici variabili, e determinare l’orbita della Terra
come il cerchio determinato da quei tre vertici.
Ripetendo il gioco con altre terne di osservazioni
analoghe, Keplero si accorse che la velocità della
Terra non era uniforme rispetto al centro della sua
orbita: diversamente da quanto aveva supposto
Copernico, la Terra si comportava come tutti gli altri
pianeti. Per calcolarne la velocità rispetto al Sole, nel
1602 Keplero divise l’orbita in 360 spicchi, riportò
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