Page 183 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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non troppo lontani, sfruttando la distanza di una
decina di centimetri a cui la Natura ha disposto i
nostri due occhi, ma per oggetti lontani i due punti
di osservazione devono distare ben di più.
Per la parallasse della Luna, nel 189 p.e.v. Ipparco
fece le sue due misure ad Alessandria e in
Ellesponto. Per quella di Marte, nel 1672 Gian
Domenico Cassini dovette farne una a Bologna e far
eseguire l’altra in Caienna. Con un problema
aggiuntivo: sincronizzare precisamente le due
misure, senza avere orologi (se non i pendoli, che
non gradivano le traversate atlantiche). La soluzione,
già proposta da Galileo fin dal 1612, fu di usare i
satelliti di Giove come un orologio astronomico, e
dalle misure di Cassini fu possibile dedurre che la
distanza Terra-Sole è approssimativamente di 140
milioni di chilometri. Il valore corretto di 150
milioni di chilometri venne calcolato nel 1761,
misurando la parallasse di Venere con misure
effettuate in mezzo mondo.
Grazie alle leggi di Keplero, dalla distanza di un
solo pianeta dal Sole si possono dedurre le distanze
di tutti gli altri pianeti dai loro anni planetari: a
questo punto le proporzioni del sistema solare erano
dunque note. Per misurare distanze stellari, due
punti sulla Terra non bastavano più: la nuova idea,
anch’essa già suggerita da Galileo, fu di sfruttare
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