Page 141 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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E passando più avanti, ho anco voluto liberarmi da
qualche impedimento che potesse nascer dal contatto di essi
mobili su ’l detto piano declive: e finalmente ho preso due
palle, una di piombo e una di sughero, quella ben più di
cento volte più grave di questa, e ciascheduna di loro ho
attaccata a due sottili spaghetti eguali, lunghi quattro o
cinque braccia, legati ad alto. Allontanata poi l’una e l’altra
palla dallo stato perpendicolare, gli ho dato l’andare
nell’istesso momento, ed esse, scendendo per le circonferenze
de’ cerchi descritti da gli spaghi uguali, lor semidiametri,
passate oltre al perpendicolo, sono poi per le medesime
strade ritornate indietro.
Anche le leggi del pendolo che si muove senza
attrito sono analoghe a quelle del moto accelerato in
verticale, in cui però si considera soltanto la
componente della gravità tangente al percorso
circolare della pallina: dunque, bisogna di nuovo
moltiplicare per il seno dell’angolo α formato in ogni
istante dal filo rispetto alla verticale. Poiché gli
angoli piccoli sono approssimativamente uguali ai
loro seni, per piccole oscillazioni l’accelerazione è
proporzionale all’angolo stesso e il tempo di discesa
dipende soltanto dalla lunghezza del pendolo, e non
dal suo peso o dall’ampiezza delle oscillazioni, come
correttamente osservato da Galileo.
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